Uno dei business più promettenti del momento è quello legato al cibo di strada. Informarsi su come aprire uno street food mobile diventa, così, il volano di un potenziale ingresso nel mondo degli affari, sfruttando uno dei trend sempre in auge. Sì, perché lo street food è un evergreen: è tipicità, tradizione e passione, uniti ad una buona dose di condivisione. D’altronde, chi non sarebbe attratto da una proposta culinaria golosa, tradizionale, gourmet o healthy che sia?
È chiaro che, per comprendere l’entità dell’investimento necessario per il proprio business, occorra definire alcune cose. I prossimi 4 punti ti saranno utili per capire da che parte cominciare e iniziare a stilare un primo, personale business plan. Primo ed assolutamente necessario passo per iniziare con lo street food è definire cosa vuoi proporre ai tuoi clienti. Le possibilità sono molteplici: piatti della tradizione locale, con prodotti di alta qualità e/o a km zero, gourmet, vegan, etnici. Oppure essere una caffetteria, una bakery o proporre succhi, frullati e così via. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Una volta deciso cosa vendere, si passa al secondo step. In base a cosa dovrai cucinare o preparare, devi scegliere il giusto mezzo per lo street food.
È palese che se proponi pizza, dovrai avere un forno. Ma se opti per una caffetteria mobile, ti servirà spazio per una pratica e robusta macchina per preparare il caffè e le sue variazioni sul tema. In linea generale, considera che il mercato offre molteplici soluzioni circa i veicoli per lo street food, così come un alto livello di personalizzazione: basta dare uno sguardo alle proposte sul sito web di www.streetfoodbusiness.com per rendersene conto, una delle aziende italiane più apprezzate del settore nel nostro paese ma anche all’estero.
– Rimorchio per street food: è un vero e proprio rimorchio da trainare, che può essere allestito in maniera differente a seconda delle necessità. È adatto, in particolar modo, a chi si sposta di città in città e può anche raggiungere dimensioni notevoli. Certo, non è sempre facile guidare con un rimorchio attaccato, ma pensa che in questo modo niente potrà fermarti: se il veicolo trainante si rompe, basta sostituirlo e non perderai nessuna giornata lavorativa –
Food truck: questi è, nell’immaginario comune, il classico mezzo da street food, un camioncino che distribuisce bontà di ogni tipo. In genere, questi food truck sono predisposti per avere all’interno sia la cucina, che il banco vendita, ottimizzando perfettamente gli spazi. Semplice da parcheggiare rispetto al rimorchio, sconta però la pecca di eventuali stop dovuti a guasti tecnici
– Ape street food: iconico veicolo per lo street food, che ricorda, in un certo qual modo, le tradizioni italiane. È l’ideale per chi ha un business locale ed è molto gettonato per gli eventi pubblici e privati come inaugurazioni e matrimoni. Come il food truck, è a rischio guasti, ma il suo più grande limite sono gli spostamenti possibili Sebbene tutte proposte interessanti, la scelta del mezzo può non essere immediata o comunque palese. Ecco perché è sempre bene richiedere una consulenza e farsi aiutare nella scelta, così da capire anche quanto costa un camion per lo street food e definire meglio l’investimento necessario. Altro punto interessante per aprire uno street food mobile è capire che tipo di licenze occorrono. In Italia c’è sempre una lunga trafila burocratica per aprire un’attività e questa non fa eccezione.
Per un negozio fisso ma allestito su di un veicolo, ti servirà la licenza di ambulante di tipo A. Se invece intendi spostarti fra città per seguire fiere ed eventi, allora dovrai richiedere la licenza ambulante di tipo B. Oltre a questo, dovrai aprire la partita IVA ed iscriverti al Registro delle Imprese, comunicando con una SCIA l’inizio dell’attività. Chiaramente, dovrai essere in regola con tutto ciò che concerne gli attestati e le certificazioni di messa a norma, igiene, agibilità, sicurezza, ecc. E ciò vale anche per gli eventuali dipendenti. Non è facile dire con precisione quanto si guadagna con uno street food mobile. Ci sono così tante variabili delle quali tener conto, che non è pensabile fornire cifre univoche per ogni tipologia di business. Ci sono alcune stime che parlano di un guadagno medio che si aggira in un range fra i 400 e i 1000 euro al giorno, ma essendo stime vanno intese come tali e nulla di più.
Basti pensare che un food truck presente ad un grande evento può fatturare cifre decisamente più alte, rispetto a quelle summenzionate, certamente le potenzialità sono enormi. Culla della civiltà, è il bacino del Mediterraneo il posto dov’è nato lo street food. Più precisamente nell’Antico Egitto, dove fonti di greca memoria ci parlano dell’usanza egiziana di friggere il pesce in strada e di mangiarlo direttamente in loco, senza l’uso di posate. Tale abitudine venne prima importata dai Greci e poi dai Romani.
Questi ultimi, in particolar modo, apprezzavano particolarmente le cauponae, le popinae e le thermopolia, come luoghi dove non solo poter mangiare, ma anche socializzare. Tali antesignani del moderno street food erano i posti più frequentati dalle classi popolari, che solitamente in casa non avevano neanche una cucina o, in generale, passavano gran parte della giornata fuori dalla propria dimora, al lavoro. L’indicazione più palese del fatto che le locande e le osterie dell’Antica Roma fossero punti cardine della società è data dalla cura e dall’attenzione, che si riscontrano anche nelle decorazioni di questi posti.
Basta guardare ad una delle ultime scoperte a Pompei, ovvero al termopolio della Regio V, caratterizzato da decorazioni particolari stupende, dai toni vivaci, rimaste intatte nel tempo. Oggi lo street food ha una veste nuova: non più cucina popolare, ma tradizione e ritorno alle origini, cibo di strada realizzato con passione e con ingredienti di alta qualità. Grazie a ciò, è divenuto uno dei business più apprezzati e gettonati degli ultimi 15 anni, con un fatturato che nel 2019 ha superato i 19 milioni di euro e ha visto scendere in campo, in veste di imprenditori, soprattutto donne e giovani stranieri.