di Sergio Bianchini – Mi sono davvero stancato di quell’umanesimo della burocrazia statale che vede nel liceo classico e nella laurea il top della dignità culturale e umana. E che, incapace di dare al paese delle prospettive creative, cerca perfino di indirizzare tutti i giovani verso quella visione auto lodante che nella maggior parte dei casi è priva di prospettive e di capacità imprenditoriale reale. Una supponente visione burocratica superdotata di autostima e di sussiego autoreferenziale con cui mettere soggezione al “popolino” e confortare se stessi.
Per avvalorare la mia tesi, e cioè che lo studio “classico” non sia al centro della capacità imprenditoriale e creativa ma sia invece al centro della struttura fallimentare della burocrazia statale italiana, ripropongo quanto ha evidenziato il quotidiano Il Mattino. Da Piero Angela a Enrico Mentana, da Eugenio Montale a Roberto Benigni, da Dario Fo a Steve Jobs a Mark Zuckerberg (https://www.ilmattino.it/societu00e0/persone/laurea_non_serve_personaggi_famosi-755982.html?refresh_ce).
L’elenco per la società italiana è lunghissimo e comprende persone gloriose (ad esempio Enzo Ferrari il fondatore della Ferrari). Ma voglio concludere con due nomi molto attuali :
Papa Francesco: ha un diploma di perito chimico.
Piergiorgio Odifreddi: ha un diploma di geometra. Le sue spiegazioni dei concetti matematici e della logica sono spettacolari e mostrano come sia possibile coniugare profondità e semplicità.
La caratteristica di molti dei personaggi citati è proprio la ricerca della semplificazione nella comunicazione e nella narrazione di contenuti, proprio il contrario di quanto fanno gli aristocratici dell’umanesimo “classico” che pensano di aumentare la propria “gloria” circondando di enfasi e magari di miracolismo i contenuti (a volte minimi) della cultura classica di cui si adornano.
Cultura classica, cioè tradizionale, che è comunque bene e utile conoscere ma che non sostituisce la vivacità intellettuale e creativa.