I Comuni hanno bisogno di sindaci e amministratori competenti. Basta con gli “amici di famiglia”

25 Ottobre 2022
Lettura 2 min

di Giuseppe Bellissimo – Il tessuto demografico/urbanistico italiano è variegato, complesso quanto la storia di unificazione del nostro Stato.

Dall’età comunale di 800 anni fa, il campanilismo e la suddivisione in piccoli territori ha caratterizzato gran parte del territorio italiano e di conseguenza il fattore umano che ne deriva e lo contraddistingue.

Basta pensare all’esempio più eclatante: su 7904 comuni italiani, nel solo Piemonte ve ne sono 1181. Segno indistinguibile dell’eterogeneità dei nostri territori e di conseguenza della rappresentanza politica che ne deve necessariamente tenere conto.

In una realtà cosi frastagliata esistono però fattori di enorme fragilità, soprattutto dal punto di vista della gestione amministrativa, dei servizi e del rapporto tra cittadino e istituzioni.

Fino ad oggi nei piccoli e piccolissimi comuni, che in Italia rappresentano il 69% del totale con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, ci si è accontentati di “amministratori di famiglia” e “sindaci con la pala pronta”. Ecco, siamo nel 2022 e questo non può più bastare.

Il rapporto tra istituzioni e cittadini parte proprio da qui, e come possiamo fidarci delle alte cariche dello stato se non riusciamo a fidarci del nostro Sindaco?

Fino ad oggi è bastata la disponibilità, l’intraprendenza e la buona volontà degli amministratori, oggi serve una marcia in più per non perderci, serve anche tanta competenza amministrativa.

La già carente qualità e quantità degli uffici comunali si risente in diversi fattori, progettazioni date a professionisti esterni (con relativo aumento dei costi), servizi ridottissimi, tempistiche incomprensibili ecc…

Un crescente aumento delle difficoltà burocratiche/amministrative, che non è possibile nascondere, penalizza oltre 10 milioni di cittadini che abitano questi comuni, spingendo sempre più verso un necessario cambio di paradigma verso la ricerca di amministratori competenti della pubblica amministrazione.

Prendiamo come esempio un comune di 1500 abitanti: 2 dipendenti a tempo pieno, uno dei quali si occupa dell’anagrafe e della segreteria, l’altro fa l’operaio tuttofare. E tutto il resto?

L’istruzione, ufficio tecnico, servizi sociali, bandi europei ecc…

Sarebbe populista e assurdo pensare di poter risolvere il problema rimpolpando gli organici, misura già ampiamente adoperata nel corso degli anni che ha portato all’aumento della burocrazia ed alla creazione di parte del debito pubblico. Quindi come gestire questa grave problematica?

La proposta di Epistocrazia si sposta sulla competenza degli amministratori stessi. Un sindaco deve sapersi districare nel codice degli appalti? Dovrebbe avere nozioni di urbanistica? Dovrebbe conoscere le normative che riguardano la scuola primaria? Deve sapersi districare in un bando europeo?

Certo che si! Quindi come valutarle?

Nelle proposte dell’associazione si trova ampio spazio in merito l’istituzione di un “albo dei politici” al fine di accertare la competenza di candidati ed eletti a rappresentare le istituzioni. Un candidato che non conosce i limiti delle competenze comunali, che non conosce i fondamenti della costituzione oppure che non distingue una determina da una delibera, semplicemente verrebbe escluso dalla corsa verso il consiglio comunale. Chi non possiede determinate conoscenze non porterebbe quel valore aggiunto indispensabile nella gestione amministrativa dei comuni nel 2022.

La competenza dovrà essere ponderata sulla base del ruolo per il quale ci si candida o si viene eletti. Un parlamentare europeo dovrà avere delle competenze diverse da un consigliere regionale, che a sua volta dovranno essere differenti rispetto ad un assessore e così via.

Una proposta assolutamente provocatoria e forte.

La forza di queste idee è dirompente e difficile da scardinare, chi potrebbe elogiare l’incompetenza di fronte alla gestione politica e amministrativa? Chi si rivolgerebbe a dei professionisti impreparati? Chi si farebbe curare da un chirurgo che non sa leggere degli esami del sangue?

Forse nessuno o forse solo un analfabeta funzionale.

Associazione Epistocrazia, www.epistocrazia.it

Foto di Ricardo Cruz

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