di Carlo Andreoli – Siamo alla follia. Dal 2024 l’attribuzione del più importante premio del cinema sarà soggetto a criteri d’inclusione.
Sembra l’ennesima barzelletta ma purtroppo è la dura e cruda realtà. Un’azione liberticida nei confronti del genio artistico, una limitazione folle che limita l’estro dei registri.
Il film potrà essere scadente ma l’importante è che in questo, si includa tra i suoi protagonisti principali almeno un attore appartenente a «un gruppo etnico o razziale sotto rappresentato» o il 30 per cento di chi recita in ruoli «secondari o minori» si definisca LGBTQ+. Questo è il nuovo diktat.
L’ennesima dimostrazione di una dittatura del pensiero unico, impregnata della più vera essenza marxista che persegue l’obiettivo dell’omologazione.
La decisione è stata presa dalla “Academy of Motion Picture Arts and Sciences” che ha giustificato la decisione intrapresa, sottolineando l’obiettivo di «creare una comunità più equa e inclusiva».
Terrificanti le parole del Presidente dell’Academy David Rubin: “L’apertura deve allargarsi per riflettere la nostra popolazione globale diversificata sia nella creazione di film che nel pubblico che si connette con loro. L’Academy si impegna a svolgere un ruolo fondamentale nell’aiutare a rendere tutto ciò una realtà. Riteniamo che questi standard di inclusione saranno un catalizzatore per un cambiamento essenziale e duraturo nel nostro settore“.
Prepariamoci al peggio.