Friuli, l’identità in cerca di autore

18 Novembre 2020
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di Roberto Gremmo – Persino i nazisti rispettarono e valorizzarono lingua e cultura del Friuli perché autorizzarono la pubblicazione della rivista “la voce di furlania” che difendeva l’identità di questo popolo, annesso all’Italia solo con la violenza e la guerra. In effetti, come abbiamo ricordato nel libro “Padania separatista” edito dalla Associazione Oneto, il Friuli ha avuto da sempre tutte le qualità per essere considerato una vera e propria Nazione, e il riconoscimento delle sue peculiarità culturali non deve stupire, persino quando era arrivato dagli imperialisti hitleriani.

Per la verità, che il friulano fosse una lingua vera e propria era stato già dimostrato a tutte lettere all’inizio del Novecento dal celebre linguista goriziano Graziadio Isaia Ascoli ed oggi tutti ne hanno preso atto. Manca solo una Regione che ne delimiti i confini.

Irrispettoso delle identità etniche e linguistiche, il governo di Roma ha infatti unito artificialmente, con grave danno per entrambe, Friuli e Trieste in un’unica Regione che ha, appunto, nessun anima, perché costringe due realtà (tre, con gli sloveni) a convivere sotto lo stesso tetto. Avanzate già dopo la guerra dal democristiano Tessitori, riproposte poi dal “Movimento Friuli”, le istanze autonomiste friulane non hanno finora trovato vera attuazione. Nel libro della Associazione presieduta da Daniela Piolini cerchiamo di spiegare perché.

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