Confondere le date quando si parla di Galileo e Colombo… E’successo. Ma può succedere anche altro, sbagliando di qualche secolo. Ecco cosa è accaduto nei commenti sull’ultimo scivolone al ministero della Cultura. “Un tempo la colpa era dello stagista, ora del social media manager”. Così per il post del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in cui si parlava dei “due secoli e mezzo di Napoli” a fronte, invece, dei 2.500 anni che in realtà ha la città partenopea, la colpa è ricaduta su responsabile dei social, ma parlando con LaPresse, Riccardo Perrone, presidente dell’Associazione Smm e social media maganer di Taffo, spiega che dietro la pubblicazione di un post vi è “un lavoro di concerto”. “Perché rendere pubblico che si è dimesso, esponendolo alla gogna mediatica?”, si domanda Perrone. “Esistono diversi livelli di approvazione – afferma – Nel caso del post del ministro Sangiuliano che è ‘grafico’, vi è anche la presenza di un grafico”. In ogni caso, il social media manager “non si occupa direttamente dei contenuti: provvede alla moderazione dei commenti, sponsorizza un post”.
Insommma “C’è sempre qualcuno che approva cosa si sta per pubblicare”. L’ultima parola sui contenuti “spetta al cliente, che sia una azienda o un politico, qui parliamo di un Ministero” e “voglio sperare che siano diversi i livelli prima di arrivare all’ok definitivo”. Anche per quanto riguarda le dimissioni del social media manager, annunciate e accettate da
Sangiuliano , Perrone ha qualche perplessità: “Anche se fosse stato commesso dal social media manager, ci si dimette per un errore così superficiale? È un aspetto che va approfondito: come è stato scelto? Aveva competenze specifiche? Aveva esperienze?”. Troppo spesso “vengono indicati come social media manager gestori di pagine”. Quanto accaduto pone, comunque anche un altro tema. Quello della formazione. “Non ci si improvvisa social media manager, occorre studiare – sottolinea Perrone – Consiglio sempre la laurea e dopo dei corsi specifici”.