Covid 19- Non poteva essere l’occasione per fare la macroregione del Nord?

19 Aprile 2021
Lettura 3 min

di SERGIO BIANCHINI – Pensate cosa sarebbe potuto accadere se Piemonte, Lombardia e Veneto avessero affrontato insieme e non in ordine disordinato sparso, la risposta alla pandemia! Avrebbero messo le basi per una macroregione del Nord superorganizzata, superefficiente nella strategia. Invece qualcuno non solo non sapeva cosa fare, dove andare, ma non aveva neppure idea di come utilizzare le armi, poche ma buone, dell’autonomia effettivamente nelle proprie mani!

Ma permettetemi di fare un ripasso. Ho ritrovato un interessante articolo di Giovanni Polli, http://www.lindipendenzanuova.com/e-se-i-piu-fedeli-alleati-del-mondialismo-fossero-proprio-i-sedicenti-sovranisti/: sul concetto di nazione molte dichiarazioni facilmente confutabili.

Ad esempio una:” Un feticcio che è anche e soprattutto un concetto fallace e mendace, inventato nell’Ottocento, quando le borghesie capitalistiche internazionali, in accordo e in alleanza con le cancellerie e gli eserciti, presero una cartina geografica e vi disegnarono sopra i confini degli Stati fantoccio che meglio si addicevano ai loro interessi economici e li battezzarono “nazioni”.

La nazione in Europa non è nata a tavolino nell’800 ma si è formata in secoli di guerre contro l’impero, contro il potere imperiale e papale nell’europa cristiana a guida Romana. Basta ripensare alla nascita della monarchia Francese tormentata oltre che dallo scontro col potere germanico da quello con la nascente potenza inglese.

Ugualmente la Spagna è nata da secoli di conflitto con la presenza ed il dominio arabo. Italia e Germania sono venute quasi per ultime 150 anni fa. Anche le nazioni del nord, Danimarca, Svezia e Norvegia sono nate dopo fasi di unione , contrasto, divisione. Ugualmente Irlanda e portogallo, Polonia, Ucraina, Serbia, Romania ecc.

Le nazioni Europee sono tutte figlie di poderose controversie e lotte a cui i popoli hanno partecipato a volte in maniera minore, altre con grandiosi movimenti. Anche a livello mondiale la nascita delle nazioni è ancora un fenomeno molto potente, basta ricordare l’indocina, il pakistan, il Bangladesh, l’Eritrea, la Somalia, le ex colonie portoghesi.

L’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) è nata ufficialmente nell’ottobre del 1945 con la partecipazione di 50 nazioni. L’Italia aderì 10 anni dopo e la Cina attuale nel 1971. Oggi aderiscono all’organizzazione 193 stati del mondo su un totale di 206.

Certamente la dinamica della nascita di nuovi stati-nazione non è conclusa. Basta ricordare, per diluire un po’ giovialmente, il vecchio slogan Calderoliano ”Bergamo Nazione tutto il resto è meridione”.

Dico questo perché vedo nello scritto di Polli la consueta incapacità del nord di uscire da nostalgie secessioniste vaghe, concettuali ed irreali  e darsi davvero un programma d’azione concreta che lo faccia interagire attivamente con lo stato Italiano oppressivo.

Non è continuando a fare lotte vaghe per la supremazia di un concetto che veniamo fuori dai nostri pasticci. Non è forse un pasticcio un referendum sull’autonomia fatto da Veneto e Lombardia nello stesso giorno ma con due quesiti diversi? Diversi ma identici nella assoluta genericità che non fa capire nulla di ciò che verrà chiesto al governo dopo la vittoria quasi certa dello stesso. In Lombardia anzi possiamo dire vittoria certa vista la mancanza del quorum.

Per quanto mi sia sforzato non ho visto un solo scritto in cui si manifestino le richieste concrete che la Regione Lombardia farà al governo. Solo sempre vaghe dichiarazioni, ad esempio di Galli, sull’esistenza di 26 materie “CONVERGENTI” stato regione su cui si potrà andare a discutere.

Ma la Costituzione non dice che con lo stato si può solo discutere, dice che:

“Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.”

La dialettica è quindi tra principi generali e potere legislativo regionale, potere già vigente. Non ho ancora capito come la regione lombardia ed il veneto intendano misurarsi con questa dialettica, con quali obiettivi, con quali tempi, con quali passaggi.

Non ho ancora capito come mai Lombardia e Veneto rifiutino di costituirsi in macroregione acquisendo in tal modo una enorme forza contrattuale oltre che un assetto istituzionale adatto (così dicono tutti) alla propria storia e natura. Le classi dirigenti di veneto e piemonte sono come gli iceberg. La parte più grossa non si vede. E’ un po’ il vecchio stile democristiano, che a me personalmente non è mai piaciuto.

Davvero non c’è nessuno che creda nella trasparenza e nella chiarezza? Su queste due cose si che la Catalogna ci insegna molto!

E questo periodo di coronavirus ha messo a nudo la pochezza della politica di alcuni politicanti del Nord.

E’ proprio vero che la libertà occorre conquistarsela, e meritarsela. Intanto, un’altra occasione persa.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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