Maria Elena Bottazzi, la scienziata di origine italiana creatrice del Corbevax, il primo vaccino anticovid senza brevetto, parlerà oggi, alle 10,40, ai microfoni di Radio Popolare: la scienziata, nata a Genova ma da tempo cittadina honduregna, sarà infatti ospite di “37e2”, la storica trasmissione sulla salute condotta da Vittorio Agnoletto, medico e coordinatore della campagna europea Right2cure No Profit on Pandemic, inserito, dalla rivista Sanità Informazione, tra le 10 personalità del mondo scientifico che hanno influito a livello mondiale nella lotta alla pandemia del 2021, nello specifico con la Campagna Europea per la sospensione dei brevetti dei vaccini. La trasmissione “37e2” è stata insignita nel 2020 della Civica Benemerenza dell’Ambrogino D’Oro, per il prezioso lavoro di informazione e di supporto ai cittadini svolto durate la prima, durissima fase della pandemia, raccontata nel volume “Senza respiro”.
Maria Elena Bottazzi è co-direttrice del Centro per lo Sviluppo di Vaccini del Texas Children’s Hospital e Baylor College of Medicine, istituzioni private e senza scopo di lucro ha sviluppato la ricerca per il Corbevax insieme al collega Peter Hotez . “E’ per noi un onore averla come ospite – ha detto Agnoletto – e poterle chiedere direttamente le ragioni della scelta coraggiosa e determinata di rinunciare ai lauti guadagni del brevetto, offrendo il nuovo vaccino al mondo, pensando soprattutto ai Paesi svantaggiati e basso reddito, dove come sappiamo le vaccinazioni arrivano al 3/4% per l’impossibilità di quei popoli di accedere ai costosi vaccini prodotti da Big Pharma. Faremo domande precise su come funziona il vaccino, quanto costa, quando sarà disponibile anche in Europa e in Italia, chi lo produrrà o se ci saranno problemi e quali saranno le prospettive future”. La scelta di Maria Elena Bottazzi è la dimostrazione, sottolinea la campagna Right2cure – No profit on pandemic “che le aziende produttrici dei vaccini e kit anticovid possono rinunciare, almeno temporaneamente ai brevetti per abbassarne il costo e produrne nelle quantità necessarie al fabbisogno mondiale. Una scelta a cui si è opposta finora una impenetrabile difesa da parte della UE, con Gran Bretagna e Svizzera, rimaste sole nel mondo a difendere gli interessi economici delle aziende produttrici dei vaccini, che hanno realizzato nel 2021 profitti da capogiro, mentre la pandemia continua a dilagare e nascono nuove varianti”.