Quattro partiti della Catalogna, di cui due indipendentisti, hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per modificare la legge regionale riguardante la “politica linguistica” nelle scuole, dopo mesi di dibattito in seguito a sentenze della giustizia spagnola che hanno determinato che almeno il 25% delle lezioni deve tenersi in castigliano. L’intesa — sottoscritta dai partiti al governo Esquerra e Junts per Catalunya (indipendentisti) insieme al Partito Socialista catalano e alla formazione di sinistra En Comu Podem — prevede che il catalano sia la “lingua veicolare” nelle scuole, ma garantisce anche “la presenza e l’uso” dello spagnolo. Per Esquerra Republicana, l’obiettivo e’ far si’ che gli alunni possano utilizzare entrambe le lingue “sia oralmente sia per iscritto”. Secondo un comunicato di Junts, l’accordo permette di mantenere il catalano come “centro di gravita’” linguistico nelle scuole. Da tempo, negli ambienti indipendentisti viene espressa preoccupazione sul rischio che l’uso di questa lingua da parte della popolazione della Catalogna diminuisca. “Viene anche garantita un’adeguata presenza del castigliano”, affermano da parte loro i socialisti. La proposta congiunta dei quattro partiti non prevede quote di lezioni in una o nell’altra lingua, ma lascia liberta’ a ogni centro scolastico. Con l’accordo di oggi, plasmato in una proposta di legge presentata al Parlamento regionale, le formazioni sottoscriventi puntano a chiudere un dibattito da tempo aperto nella societa’ catalana attorno alla questione della lingua, sia per il fatto che catalano e spagnolo sono utilizzati quotidianamente da milioni di persone nella regione, sia per gli aspetti politici dell’argomento.