50 anni fa il divorzio. Quell’equivoco sul No che sconfisse Fanfani

29 Novembre 2020
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di Roberto Gremmo – Cinquant’anni fa la legge sul divorzio. Nata per sbaglio. La retorica laicista ci ha raccontato che furono le donne meridionali a far passare il referendum perché erano stufe della famiglia patriarcale e della sudditanza al marito, ma in realtà la legge restò in vigore perché il quesito referendario era stato formulato in modo (furbescamente?) ambiguo e la volontà dell’elettore era finita stravolta.

Chi era a favore del divorzio doveva barrare il No, intendendo di opporsi alla cancellazione e chi non approvata la legge doveva fare la croce sul Si. Una confusione pazzesca, che doveva finire in modo imprevisto, almeno da un incauto Fanfani che sperava nel conservatorismo tradizionale delle campagne, per dare una gran batosta ai suoi avversari, coalizzati attorno alla bandiera della contestazione ai vecchi rapporti famigliari.

Accadde però che la gente semplice che non voleva strappi troppo violenti nelle case votasse No convinta di opporsi al divorzio ma in realtà fornendo un involontario consenso alla legge. Per Fanfani fu il disastro, il PCI si prese il merito della svolta laica malgrado fino ad allora fosse stato cauto sui cosiddetti “diritti civili” e le schiere liberomuratorie cantarono vittoria. Ma avevano da trionfare solo per sbaglio.

Photo by Victoria Priessnitz

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