Zelensky mette sul tavolo neutralità dell’Ucraina

27 Marzo 2022
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“Demilitarizzazione” e “denazificazione” dell’Ucraina “non sono in discussione”, sull’uso della lingua russa si discute, e sullo status di neutralità dell’Ucraina “se ne sta discutendo, siamo pronti per farlo”. Ovviamente sottoponendo l’eventuale accordo al referendum popolare, che per essere credibile dovrà svolgersi senza truppe russe nei confini di Ucraini, e con la garanzia che venga rispettato da parte russa, “non come il Memorandum di Budapest”. Lo ha detto il presidente dell’Ucraina Vladymyr Zelensky, in una intervista rilasciata ad alcuni media indipendenti russi e pubblicata da uno di essi, il sito Meduza. “Denazificazione e smilitarizzazione non ne discutiamo affatto. Non ci sediamo affatto al tavolo se parliamo di una sorta di ‘smilitarizzazione’, una specie di ‘denazificazione’. Per me sono cose assolutamente incomprensibili”, ha chiarito Zelensky, che poi seppur con diverse precisazioni ha spiegato che sull’uso della lingua russa in Ucraina – terzo punto al tavolo dei negoziati – si può ragionare. Ma il punto più importante è il quarto, “le garanzie di sicurezza e neutralità, lo status non nucleare del nostro Stato. Siamo pronti per farlo. Questo è il punto più importante. Questo è stato il primo punto di principio per la Federazione Russa, per quanto mi ricordo. E per quanto mi ricordo, hanno iniziato una guerra per questo…”, ha osservato Zelensky.

“È ora che hanno iniziato ad aggiungere punti agli ultimatum – e [all’inizio] hanno affermato che la NATO si stava espandendo”. Comunque “se ne sta discutendo. È profondamente elaborato, ma mi interessa che non dovrebbe essere un altro pezzo di carta come il Memorandum di Budapest”. “Pertanto – ha proseguito Zelensky – ci interessa che questo documento si trasformi in un accordo serio che verrà firmato” e che “deve essere ratificato dai parlamenti dei paesi garanti, questi sono due”. E poi “ci deve essere un referendum in Ucraina. Come mai? Perché abbiamo una legge sui referendum. E le garanzie di sicurezza richiedono modifiche costituzionali”. Ultima precisazione: “Un referendum è impossibile quando c’è la presenza delle truppe. Nessuno potrà mai conteggiare i risultati di un referendum se sul territorio del Paese sono presenti truppe o formazioni armate illegali o formazioni legittime di un altro Stato senza alcun fondamento giuridico. È impossibile. Questo è quello che è successo in Crimea. Cos’è questo referendum? Si può sapere solo da chi?… Facciamo un referendum, e poi nessuno lo riconoscerà. Come mai? Perché c’erano le truppe. Questo è un processo illegittimo”.

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