VIDEO – La notte delle scope per i fondi in Tanzania e 90mila euro in diamanti. Bossi si dimise. Oggi nessuna scopata e nessuno che si dimette

29 Settembre 2020
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di Stefania Piazzo – Se avete seguito la puntata di Presa diretta su Rai3 dedicata alla caccia al tesoro dei 49 milioni della Lega, non vi saranno potuti sfuggire un paio di passaggi chiave. Che ricordiamo anche per chi ha perso l’inchiesta che si pone la domanda di dove siano finiti i 49 milioni della Lega o, almeno, che giri avrebbero fatto diversi fondi che, secondo le ipotesi investigative, verrebbero triangolati in un dedalo di società di commercialisti e imprese per poi rientrare, secondo le stesse ipotesi, a disposizione del Carroccio, evitando di essere presi dallo Stato a titolo di rimborso dei famosi 49 milioni che oggi la Lega restituisce in comodi 80 anni di rate.

Il passaggio più clamoroso arriva, a nostro avviso, dalle dichiarazioni dell’ex procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che iniziò le inchieste sui fondi distratti dalla Lega. Avanza il sospetto, il magistrato, che vi fosse stata dietro l’operazione che costrinse Bossi a lasciare la segreteria della Lega, niente meno che la mano dei servizi segreti.

Poi arriva l’ex senatore ed economista Dario Fruscio. Fruscio afferma che aver dilazionato in 80 anni quel debito sia una “svista” non da poco. E punta il dito sulla procura di Genova, responsabile, a suo dire, di aver di fatto annullato il debito a Salvini.

A dare un quadro esemplificativo della contabilità bossiana arriva infine l’ultima segretaria storica del fondatore, Daniela Cantamessa. Che spiega come avvenivano i pagamenti.

 “Queste spese venivano registrate in contabilità, perché erano cose alla luce del sole. Non c’era niente da nascondere. Poi Balocchi (il tesoriere di allora, ndr) veniva da Bossi. Io ero presente e diceva: ‘Umberto mi devi dare tot’, gli diceva una cifra. E Bossi gli dava un assegno”.

“Di soldi suoi, dal conto personale di Bossi. Questi soldi venivano fatti rientrare in contabilità e andavano a pareggiare quella registrazione transitoria che veniva fatta”.

“Poi Balocchi muore… quindi Belsito votato da tutto il Consiglio Federale, cioè non è che l’ha messo Bossi, diventa amministratore e nessuno dà disposizioni diverse da quelle che noi avevamo avuto. Quindi tutto continua per noi come prima. Il problema è che io non ho mai visto Belsito venire a chiedere soldi a Bossi”.

Intanto il senatur “Non parlava… posso dire che nessuno è più venuto a bere un caffè con lui. Questo lo posso proprio dire perché passavamo le giornate io lui e gli autisti. Mentre prima c’era via crucis e io ero lì. Dal 6 di aprile 2012 non è venuto più nessuno. Spariti tutti”.

E chiude: “C’era qualcosa che non andava. Come mai una banca rende noto una cosa del genere ed esce sul giornale? Questa è una domanda che mi sono fatta. E’ stato secondo me strano. Noi eravamo al Governo, Maroni era Ministro dell’Interno”.

“Finita la gestione Bossi  tutti dicevano le stesse cose, erano tutti d’accordo -. Dicevano che soldi non ce n’erano più. ‘Non ci son più soldi, non ci son più soldi’. Per contro arrivavano lì l’avvocato di Maroni 600 euro l’ora, il commercialista Pallino ben pagato… e la struttura Lega non veniva più utilizzata quindi va da sé che i dipendenti della Lega non servivano più”.

“Non c’erano soldi, ma per chi volevano loro i soldi c’erano”, termina nell’intervista Cantamessa.

Altra voce interessante è quella del procuratore aggiunto di Genova, Francesco Pinto.

Pinto afferma che è da chiarire se vi sia continuità tra Lega Nord e Lega Salvini Premier. Possiamo lecitamente avanzare una riflessione? In Lega hanno avuto per 3 anni lo stesso segretario e lo stesso tesoriere, si può essere iscritti a entrambe i partiti, la Lega di Salvini usa il simbolo della Lega Nord e hanno la stessa sede. Cosa non è chiaro alla Procura?

https://www.raiplay.it/video/2020/09/Presa-Diretta—Caccia-al-tesoro-b12f1d1c-c406-4357-95bb-31b1b82347d3.html

Ci fu la notte delle scope. Bossi si dimise. Oggi non scopano più in Lega?

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Direttrice: Stefania Piazzo
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