Vaticano. Unioni gay, Cina e 5G: tutto in 24 ore

22 Ottobre 2020
Lettura 2 min

di Luigi Basso – Ieri, mentre il Segretario di Stato Parolin avvisava che oggi, con due comunicati disgiunti, Cina e Vaticano avrebbero annunciato la firma sul rinnovo per altri due anni del loro segretissimo accordo, i riflettori si sono accesi sulle dichiarazioni con le quali Papa Bergoglio ha detto che le famiglie omosessuali hanno il diritto ad essere una famiglia, invitando gli Stati a dotarsi di una legge sulle unioni civili.


Le parole del Papa sono arrivate a margine di una rassegna cinematografica, in cui compare, in un documentario, una telefonata del Papa a una coppia di omosessuali, con tre figli piccoli a carico, in risposta a una lettera in cui mostravano il loro imbarazzo nel portare i loro bambini in parrocchia: Bergoglio consiglia loro di portare i bambini comunque in chiesa al di là degli eventuali giudizi.


Premesso che la nostra personale opinione è che, vedendo tante coppie “normali” svolgere la loro opera di educatori verso i figli in modo disastroso e criminale, una coppia di persone dello stesso sesso, solo per questo fatto, non potrebbe fare peggio, ma tanto premesso, non può sfuggire come il contesto in cui la dichiarazione del Papa è avvenuta e le parole usate (“famiglia”) lascino intendere che Bergoglio intendeva mirare, più che alle unioni civili strictu sensu, al rapporto tra coppie omosessuali e figli, ovvero al tabù delle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso.
Ora, Papa Bergoglio parlava ex cathedra ? A giudicare da quello che raccontano i giornali, si direbbe di no: la sua frase sui figli in Parrocchia è stata pronunciata al telefono, in forma dunque di conversazione privata; sebbene ripresa in un documentario non può essere ritenuta una enunciazione solenne di un punto della dottrina cattolica in materia di costumi.
L’uscita di Bergoglio ha comunque, nei fatti, fatto passare in secondo piano l’annuncio del Segretario di Stato Vaticano Parolin sul rinnovo della firma dell’accordo segretissimo tra Vaticano e Cina, che, va detto, pochi giorni fa ha portato ad una clamorosa rottura dei rapporti diplomatici tra Amministrazione Trump e Santa Sede.
Si tratta di un accordo che dovrebbe essere rinnovato oggi e che avvicina politicamente la Chiesa Vaticana al regime comunista, con innegabili vantaggi di immagine per la feroce dittatura comunista che da domani potrà ben vantarsi nel mondo di essere un regime presentabile, mentre i vantaggi che otterrebbe la Chiesa Romana non sono noti, dovendo, pare, legittimare pure l’ingerenza del partito comunista cinese nella nomina dei Vescovi cinesi.
E questo proprio mentre il Regime Comunista Cinese lancia segnali di guerra alla Svezia, rea di aver messo fuori legge il 5G di Huawei, definito una minaccia per la sicurezza nazionale svedese: stranamente solo in Italia il 5G di Huawei non è una minaccia alla sicurezza; molto curioso.
Insomma, non sappiamo se Papa Bergoglio sia stato così scaltro da voler mettere in ombra un fatto politico molto serio come il rinnovo di un accordo segreto con una dittatura comunista o se questi fatti si siano accavallati in modo casuale.


Quando il Papa parla di “fede e costumi” è infallibile per la comunità dei fedeli, ma quando il Vaticano sottoscrive accordi internazionali come uno Stato è umanamente fallibile: sui rapporti con la Cina ci sembra più opportuna la posizione svedese.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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