Tutto da capo? Riaperture a rischio, Cts: Entro un mese contagi come nel Regno Unito

13 Luglio 2021
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 I casi di Covid-19 cresceranno e a fine agosto potrebbero essere oltre 30mila al giorno, cioè quanti oggi in Gran Bretagna. E al netto dei festeggiamenti per la Nazionale, il cui impatto sulla curva epidemica sarà chiaro solo tra qualche giorno. Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano e membro del Cts, dice, in un’intervista a ‘La Repubblica’ che l’Italia deve osservare come vanno le cose nel Paese guidato da Boris Johnson per decidere che interventi fare qui da noi. “Soprattutto, vediamo l’impatto dei casi gravi che, per adesso, non sembrano tanti. Il Covid potrebbe diventare come un’influenza”, sottolinea. “Nessuno sa ancora quanto incideranno” sul contagio i festeggiamenti in piazza per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio, “possiamo però dire che si è trattato di un comportamento a rischio. Comunque, anche quando l’Inter ha vinto lo scudetto e ci sono stati casi di assembramento impressionanti, ma non si sono poi osservati picchi, anche se erano i tempi in cui si stava diffondendo la variante inglese, non la Delta”, “In un lasso di tempo da 4 a 7 giorni vedremo se le infezioni aumentano. E può succedere, visto che si trattava di tanti giovani, cioè persone appartenenti alle categorie meno vaccinate”, spiega Abrignani. “C’è una variante super diffusiva, che prima si è presentata nel Regno Unito e poi in Spagna e Portogallo e che di certo arriverà anche da noi. In questa situazione non piacevole, ci fa star bene vedere che, dove il tasso di vaccinazione è ampio, si è protetti dalle forme gravi. Invece di morire una persona infettata ogni 50, infatti, a perdere la vita è una su mille”, prosegue l’immunologo, rispetto all’Inghilterra, “noi ci aspettiamo un po’ meno protezione però non stiamo mollando tutto come gli inglesi e poi abbiamo molti meno casi di loro, cioè in media un migliaio contro oltre 30mila al giorno. Comunque – avverte – in un mese e mezzo arriveremo ai loro stessi numeri”. CRO NG01 lcl 130610 LUG 21

 In Gb “aprono tutto. Hanno declassato la malattia che ora considerano come un’influenza. In Italia la patologia stagionale ogni anno provoca tra i 4 e gli 8 milioni di casi lievi e 4-10mila decessi di persone fragili”, “Non lo so se li dobbiamo seguire” nelle riaperture, “Abbiamo però il vantaggio di poter osservare come vanno le cose da loro, visto che siamo circa un mese e mezzo indietro. Non è detto che alla fine abbiano ragione ma di certo la loro politica ha una base scientifica. Se vediamo che arrivano a 70 o 80 mila infezioni al giorno e non hanno un aumento importante di occupazione delle terapie intensive o di morti, la politica del nostro Paese deciderà cosa fare. Certo, per un’influenza l’Italia non è mai stata chiusa”. Sulla possibilità di somministrare una terza dose di vaccino Abrignani risponde: “Non sappiamo ancora quanto dura la memoria immunitaria di chi è vaccinato. Dobbiamo aspettare e capire quando coloro che hanno avuto la somministrazione per primi, tra gennaio e febbraio di quest’anno, inizieranno ad ammalarsi in modo grave. A quel punto sapremo per quanto tempo è efficace il vaccino ma intanto, grazie a tutti quelli che abbiamo utilizzato negli ultimi 50 anni, sappiamo che la memoria immunologica di solito dura anni, non mesi. Comunque, è possibile che una terza dose di richiamo serva, prima di tutto alle persone più fragili”.

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