Turismo dentale. Appello medici ed editori contro pubblicità ingannevole

6 Ottobre 2022
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Fanno leva sulla possibilità di curarsi i denti risparmiando, e aggiungendo gratis qualche giorno di vacanza ‘tutto incluso’: sono le pubblicità che spingono al cosiddetto ‘turismo dentale’, cioè a scegliere di andare all’estero per sottoporsi a prestazioni odontoiatriche. Pubblicità spesso aggressive, o quanto meno suggestive, quasi sempre omissive su rischi e controindicazioni, se non propriamente ingannevoli: in ogni caso, contrarie alla normativa italiana. Pubblicità che, però, è impossibile bloccare proprio perché gli studi – e spesso anche i server dei siti internet che li ospitano – hanno sede all’estero. Come tutelare, allora, il paziente e il cittadino? Se lo è chiesta la Commissione Albo Odontoiatri (Cao) nazionale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Che, per mano del suo Presidente, Raffaele Iandolo, ha scritto questa mattina una lettera all’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e alla Fieg, la Federazione italiana Editori Giornali, per sensibilizzare sulla questione e per sollecitare un supporto in termini di regolamentazione e vigilanza. La Cao si riserva inoltre di segnalare all’Authority gli editori che diffondono messaggi pubblicitari in contrasto con la normativa. “Sono molte le segnalazioni- scrive Iandolo- indirizzate ai Presidenti delle Commissioni Albo Odontoiatri territoriali, da parte di colleghi ma anche di cittadini, di messaggi pubblicitari – promossi soprattutto sulle testate online – non conformi con quanto previsto dalla nostra legislazione, ma diventa impossibile intraprendere azioni quando lo studio e il server sono stanziati all’estero. Occorre sottolineare che a causa della crisi economica degli ultimi anni, la tendenza al turismo dentale è ormai ampiamente diffusa in Italia, con mete più ‘gettonate’i Paesi dell’Est”. “Per informazione sanitaria- spiega Iandolo- si intende qualsiasi notizia utile e funzionale al cittadino per la scelta libera e consapevole di strutture, servizi e professionisti. Le notizie devono essere tali da garantire sempre la tutela della salute individuale e della collettività”. (Fonte Dire)

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