Evitare “congetture” e “ipotesi non basate su prove” in attesa che le indagini avviate facciano il loro corso: e’ l’appello a media e “cittadinanza in generale” del ministro della Presidenza spagnolo, Fe’lix Bolanos, sulla possibile operazione di spionaggio al premier Pedro Sanchez e alla ministra della Difesa Margarita Robles, i cui telefoni cellulari sono stati attaccati dal software Pegasus. Dopo che Bolanos stesso ha spiegato ieri in conferenza stampa che le “intrusioni” nei dispositivi dei due colleghi del governo sono state pilotte da un non meglio precisato agente “esterno”, senza autorizzazione giudiziaria, e sono avvenute tra maggio e giugno 2021, sui media iberici sono apparse diverse notizie sul caso basate su informazioni di fonti confidenziali. Una di esse, pubblicata dal quotidiano El Pais, indica che anche la ex ministra degli Esteri Arancha Gonzalez Laya sarebbe stata spiata a maggio 2021. “Non mi risulta”, ha affermato a riguardo il ministro della Presidenza in un’intervista concessa alla radio Cadena Ser, “se in futuro ci risultasse, ne daremmo conto”. A una domanda sul perche’ il governo abbia saputo solo ora di un attacco di hacker al telefono del premier e della ministra della Difesa con Pegasus, Bolanos, che ha reiterato di non conoscere autori e finalita’ degli attacchi, ha spiegato che un’analisi di profondita’ tale dei loro cellulari tale da poterlo svelare e’ stata avviata “negli ultimi giorni”, dopo che inchieste giornalistiche hanno denunciato il presunto spionaggio di oltre 60 indipendentisti catalani. Da quando sono avvenuti gli attacchi a Sanchez e Robles, ha detto Bolanos, “ci sono stati controlli” sui loro dispositivi, ma, ha riconosciuto, “evidentemente i protocolli di sicurezza vanno rafforzati”.
Spionaggio, caso Pegasus. Dopo indipendentisti tocca al governo spagnolo?
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