SILICON VALLEY BANK: COLLASSO AIUTATO DA AUMENTO DEI TASSI? CAMBIERÀ LA POLITICA MONETARIA DI FED E BCE?

14 Marzo 2023
Lettura 3 min

di Gigi Cabrino – Secondo diversi analisti il collasso di Silicon Valley Bank è stato accelerato dal repentino aumento dei tassi da parte della Fed che ha ridotto la liquidità circolante.
Il portale Money.it si è interrogato sulle possibili prossime mosse di Fed e BCE, da entrambe le sponde dell’Atlantico sono stati anticipati nuovi rialzi dei tassi per contrastare l’inflazione ma non è escluso che il terremoto finanziario determinato dal fallimento di Silicon Valley Bank porti a rivedere le politiche monetarie.
“Il fallimento della Silicon Valley Bank e il salvataggio da parte del governo dei suoi depositanti stanno sconvolgendo le scommesse del mercato su tutto, dall’economia alle prospettive dei tassi di interesse degli Stati Uniti e dell’Eurozona”.
“Data la tensione sul sistema bancario statunitense, gli investitori si chiedono adesso se la Fed rischierà davvero di aumentare ancora il costo del denaro di ben 50 punti base nell’incontro del 21 marzo”.
“E la Bce come si comporterà nella riunione ormai imminente del 16 marzo? Sebbene l’allarme lanciato dal crollo della Silicon Valley Bank sembri confinato negli Usa, la questione dell’effetto dei tassi elevati sulle attività bancarie è esplosa e i funzionari dell’Eurotower non potranno non tenerne conto.
Il percorso aggressivo sui tassi di interesse subirà un arresto? Le previsioni”.
“Le autorità statunitensi sono accorse in sostegno emergenziale del sistema finanziario, generando il più grande rally di obbligazioni a breve termine da decenni tra le speculazioni secondo cui la Federal Reserve potrebbe non aumentare affatto i tassi la prossima settimana.
I riflettori si accendono più che mai sulla banca centrale Usa e sulla politica aggressiva promessa finora: viste le novità delle ultime ore e il traballante sentiment finanziario nella grande potenza statunitense, il costo del denaro crescerà di altri 50 punti base?”
Il quesito è il più caldo del giorno tra gli investitori e gli analisti. I primi a pronunciarsi al riguardo sono stati gli strateghi di Goldman Sachs.

“Alla luce dello stress nel sistema bancario, non ci aspettiamo più che il FOMC effettui un aumento dei tassi alla prossima riunione del 22 marzo”, ha dichiarato l’economista di Goldman Jan Hatzius in una nota di domenica.
“La banca aveva precedentemente previsto che la Fed avrebbe alzato ancora i tassi di 25 punti base. Ha aggiunto che si aspettano ancora aumenti di 25 punti base a maggio, giugno e luglio, ribadendo la loro aspettativa di tasso terminale dal 5,25% al 5,5%.

I future sui Fed Fund sono aumentati intanto e questo implica che solo una probabilità del 17% vede un aumento del tasso di mezzo punto da parte della Federal Reserve quando si riunirà la prossima settimana, ben al di sotto del 70% prima che la notizia della SVB sconvolgesse i mercati”.
Si evidenzia che il crollo di Silicon Valley Bank ha spronato la Fed ad annunciare domenica una nuova linea di prestito da 25 miliardi di dollari progettata “per aiutare a garantire che le banche abbiano la capacità di soddisfare le esigenze di tutti i loro depositanti”.
Gli analisti hanno affermato che le misure per contenere le ricadute equivalgono a una pausa de facto negli sforzi della Fed per inasprire la politica monetaria riducendo il suo bilancio per invertire il quantitative easing.
E la BCE?
“Quando giovedì 16 marzo la Banca centrale europea fisserà i tassi di interesse con un rialzo di 50 punti base, l’attenzione sarà rivolta al percorso più aspro di sempre nell’aumento del costo del denaro.

Il crollo della banca statunitense SVB aggiunge però un elemento di incertezza. Finora, i funzionari europei non vedono rischi di contagio. Il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire lunedì ha descritto la situazione negli Stati Uniti come “unica”, sottolineando i legami del prestatore con il settore tecnologico, che è molto più piccolo invece in Europa”.
“Il piano della Bce di aumentare i tassi di un altro mezzo punto questa settimana non sembra poter cambiare. Tutti i dubbi sono stati messi a tacere dalla sconfortante lettura di febbraio per l’inflazione di fondo della zona euro ancora elevata.
Tuttavia, le tensioni tra le fazioni rivali all’interno del Consiglio direttivo di 26 membri sul percorso oltre marzo si stanno rafforzando. Dopo che l’austriaco Robert Holzmann la scorsa settimana ha sollecitato altri quattro forti aumenti dei tassi, il capo della banca centrale italiana Ignazio Visco ha criticato i colleghi e richiamato alla prudenza”.
Il caso di Silicon Valley Bank “potrebbe rendere più tesa la riunione, dalla quale emergeranno anche le cruciali previsioni di inflazione e Pil al 2025”.

Gigi Cabrino nato a Casale Monferrato (AL) nel 1977, laureato in economia aziendale, in Teologia e specializzato in servizi socio sanitari, padre di quattro figli. Consigliere comunale a Villanova Monferrato per due mandati a cavallo del secolo scorso e a San Giorgio Monferrato dal 2019. Lavoro nella scuola pubblica da alcuni anni come insegnante prima e tra il personale non docente poi. Atleta di fondo e mezzofondo da sempre.

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