“Se i magistrati dovessero scioperare, la credibilità nella magistratura agli occhi degli italiani potrebbe precipitare ancora di più”. Così all’Adnkronos il sondaggista Renato Mannheimer, a proposito del possibile sciopero delle toghe per protestare contro la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario. “Bisognerebbe anche vedere in cosa consisterebbe lo sciopero – osserva Mannheimer -, dipende dalla forma concreta e dall’impatto che potrebbe avere sulle vite dei singoli cittadini, ma sicuramente c’è un problema forte di immagine della magistratura da risolvere, anche se spesso il giudizio della popolazione è sbagliato perché ci sono moltissimi magistrati che fanno benissimo il proprio lavoro, e come in tutte le professioni, anche fra i professori universitari e i giornalisti, posso assicurarlo, ci sono un po’ di mele marce”. “Però -sottolinea Mannheimer – il problema è l’immagine generale della magistratura, e credo che i magistrati se ne rendano conto e stiano pensando a delle azioni per recuperarla. Ma certo lo sciopero non contribuisce al recupero dell’immagine”.
Gli italiani, dopo i recenti scandali, sottolinea ancora il sondaggista, “non considerano la magistratura come l’ultima casta rimasta, però sicuramente la ritengono una casta. Ce ne sono anche molte altre. Gli stessi politici vengono ritenuti da alcuni una casta, come si diceva un tempo, ma certo i magistrati appaiono chiusi al loro interno e specialmente, al di là della casta, il problema è che la gente non si fida, ritengono che le toghe non diano giudizi obiettivi, e questo è grave, mentre una volta era impensabile, la magistratura era fra le istituzioni più stimate dagli italiani. Le toghe devono recuperare la loro credibilità”. “La notizia del possibile sciopero dei magistrati -conclude Mannheimer – non è ancora così diffusa e quindi non tutti ancora lo sanno, ma quel che è certo è che, dopo un periodo di grande fiducia nella magistratura, diciamo 20 anni fa, la stima nelle toghe è andata calando e adesso è ai minimi termini. Gli italiani non si fidano più dei magistrati e non pensano che la giustizia sia una giustizia giusta, protestano contro le lungaggini ma soprattutto non si fidano del loro equilibrio e della loro obiettività. E questo è un male perché un Paese deve avere fiducia nella sua magistratura, che è uno dei cardini del Paese”.