di Benedetta Baiocchi – Inizia così l’esclusiva che Adnkronos racconta nella lunga inchiesta a firma di Mia Grassi e Tommaso Gallavotti e che potrebbe passare alla storia come un grande scandalo finanziario a Oltretevere.
Di che si tratta? Scrive l’Adn parlando di stangata in Vaticano, fatta di “truffe, veleni, raggiri, estorsioni, lotte di potere, loschi affari e faccendieri spregiudicati, tradimenti consumati nei sacri palazzi, funzionari infedeli, rogatorie in Svizzera, indagini a Londra, il progetto di un bond da 30 milioni di euro con la Banca Popolare di Bari, infiniti rivoli di denaro che portano lontano, lontanissimo, dall’obolo di carità per i poverelli a cui i tanti soldi spariti erano destinati”.
I magistrati vaticani avrebbero ricostruito i flussi di almeno 300 milioni di euro.
Un vero e proprio sisma che vedrebbe tra le altre cose nel mirino della giustizia” l’acquisto da parte della Segreteria di Stato Vaticana dell’immobile di Sloane Avenue nella capitale britannica (prezzo triplicato rispetto al valore iniziale)”.
Secondo l’indagine, le operazioni farebbero capo “all’imprenditore Gianluigi Torzi, intervenuto nell’affare per risolvere l’impasse della partecipazione della Santa Sede al fondo Athena e diventato poi, secondo la procura vaticana, l’uomo in grado di tenere in pugno la segreteria di Stato fino a riuscire a estorcerle 15 milioni di euro”.
Più che cronaca giudiziaria sembra il sequel di un film con trame che entrano ed escono dalla Santa Sede. Leggiamo infatti che per gli inquirenti dell’Ufficio del Promotore di Giustizia Gian Piero Milano e del suo aggiunto Alessandro Diddi, “il quadro si fa inquietante a cominciare dagli investimenti fatti dalla Segreteria di Stato nell’Athena Capital Global Opportunities Fund”.
Per il Vaticano davvero una storiaccia che è solo all’inizio, con un Papa Francesco ignaro dei flussi finanziari che agivano a danno della Santa Sede.
Photo by Tony Litvyak
Il servizio completo qui: