Soltanto l’8% dei musei non ha riaperto ai visitatori dopo la chiusura fisica imposta alla fine di febbraio 2020. In particolare, il 2% delle strutture ha continuato a svolgere soltanto le ordinarie funzioni amministrative, di ricerca e di comunicazione, ma non ha riaperto gli spazi espositivi alla visita del pubblico mentre il 6% ha sospeso tutte le attività, comprese quelle di gestione e di organizzazione amministrativa del museo. Lo si legge nel report dell’Istat dedicato a “Musei e istituzioni similari in Italia” relativo all’anno 2020.
La maggioranza di queste istituzioni (il 41,6%) ha interrotto le visite in presenza perché non ha potuto adottare le misure sanitarie per ridurre i rischi di contagio negli spazi espositivi; per un museo su 10 (11,2%) la mancata apertura al pubblico è strettamente legata alla carenza di personale e di risorse economiche adeguate per il rispetto dei provvedimenti previsti per il contenimento della pandemia.
Tra i musei inattivi la maggioranza è a titolarità pubblica (62,2%), in particolare di enti locali (49,3%), o collocata in piccoli centri urbani fino a 5mila abitanti (45,5%) o in zone rurali scarsamente popolate (45,7%).
Più della metà di questi istituti si trova nel Nord (53,7%) soprattutto in Piemonte e in Lombardia. Tra le strutture che sembrano avere risentito maggiormente della chiusura per il contenimento della pandemia figurano i musei di storia e scienze naturali (19,7%), i musei che espongono materiale etno-antropologico (16,7%) e i musei di arte (13,5%).
Durante il periodo di sospensione dell’accesso fisico del pubblico, il 35,8% è comunque riuscita a garantire attività e servizi online, attivando o incrementando la presenza sia sui principali social media, come Facebook, Instagram, Twitter (24%), sia sulle piattaforme web dedicate (18,5%). Alcune si sono organizzate promuovendo e sviluppando progetti e attività d’interazione e coinvolgimento del pubblico a distanza, attraverso l’offerta, ad esempio, di video interviste, approfondimenti delle collezioni e incontri con esperti del settore in dirette streaming (12,9%).
Solo il 22% ha riaperto al pubblico i propri spazi espositivi già nei primi mesi del 2021; del restante 78% una metà ha programmato di riattivare il servizio di visita entro la fine del 2021 mentre l’altra metà non ha saputo indicare se e quando avrebbe aperto di nuovo al pubblico .