Con estrema lucidità Andrea Scanzi intervistato da Lilli Gruber su La7 l’altra sera ha illustrato il quadro politico alla vigilia del voto regionale del 20 e 21 settembre. Lui stesso fa sintesi della sua analisi sulla pagina facebook e che qui riportiamo integralmente. Il cuore del ragionamento ruota attorno al “piatto” più importante, Puglia e Toscana. Non si tratta solo di valenza “simbolica” ma di un pregiato e pericoloso risiko. Con tutte le conseguenze sull’identità del centrosinistra, sul futuro di due opposti schieramenti, sulle dighe che terranno o crolleranno.

Fotografa perfettamente la realtà e il rischio che le divisioni nel centrosinistra e le corse solitarie dei pentastellati vadano solo a compattare il fronte delle truppe sovraniste di Salvini e spianare la strada alla destra in ugual misura in Puglia. Più di tutti, un regalo all’aspirante uomo che chiese pieni poteri brindando mojito e un gran casino, detto chiaro e tondo, per chi governa “unito” a Roma e diviso e contrapposto sul territorio mentre l’avversario marcia compatto. Cose mai viste prima. Come essere sposati ma non dormire nello stesso letto. O cambiarsi le chiavi di casa tanto per marcare una differenza e il territorio. Come i cagnolini.
“I casi di Puglia e Toscana sono totalmente diversi. Due suicidi, firmati però da forze diverse.
In Puglia il suicidio è tutto 5 Stelle, che si è affidato al talebanismo degli ortodossi. Il movimento non è riuscito a convincere questa Laricchia a fare un passo indietro, e adesso per colpa di questa Laricchia rischia di cadere il governo. E la Puglia rischia di andare a uno come Fitto. Siamo alla follia. Ed è folle pure che uno come Di Battista vada a dare la sua benedizione domani nel comizio conclusivo a Bari.
Se si è 5 Stelle è sacrosanto votare la lista, ma votare la persona Laricchia come governatrice significa buttare via il voto. Anzi, peggio: significa votare Fitto. Dire che Fitto ed Emiliano sono uguali è una forma insopportabile di qualunquismo. Laricchia e Scalfarotto sono i più grandi portatori di voti di Fitto. Complimenti!
L’unica strada, lì, è il voto disgiunto.
In Toscana il discorso è totalmente diverso. Lì la colpa è tutta del Pd. Hanno avuto paura di Renzi, si sono convinti che Renzi – dopo tutti i danni che ha fatto su scala nazionale e pure regionale – portasse chissà quali voti. E gli hanno fatto scegliere il candidato. Un candidato debolissimo, oltremodo indigesto per i 5 Stelle, che proprio non ce la fanno a votarlo. E intanto i sondaggi dicono che Renzi, anche in Toscana, vale pochissimo. Ecco perché persino una come la Ceccardi può vincere. E il fatto stesso che abbia anche solo chance di vittoria (in Toscana!) è in sé una sconfitta delle forze ora al governo.
Non è tanto la destra che vince: sono il centrosinistra e i 5 Stelle che, in quelle due regioni lì, si stanno suicidando”.
(Ieri a Otto e mezzo)