Quei teppisti “per caso”, per far finire la protesta vera sul binario morto

27 Ottobre 2020
Lettura 1 min

di Luigi Basso – Negli ultimi due giorni sono andate in scena alcune manifestazioni di protesta nelle città più importanti della Penisola.
Da Napoli a Milano, passando per Torino e Roma. Molte civili, sacrosante. Indispensabili. E altre ce ne saranno nelle piazze, nella capitale, nei capoluoghi del Paese. Poi ci sono quelle con i fumogeni, i saccheggi, le bombe carta…

Facciamo bene attenzione a quei media mainstream che hanno dato ampio risalto nelle loro prime pagine, che fa passare queste violenze come protesta di baristi e ristoratori arrabbiati per la crisi economica scatenata dal Covid e dalle misure restrittive adottate dal Governo.
Troppe cose non tornano in queste manifestazioni e la puzza di imbroglio da parte del sistema è molto forte.
La puzza si inizia a sentire pensando che il fisco italiano ed il sistema di rapina che si identifica col residuo fiscale fanno molti più danni, incomparabilmente, infinitamente di più e da più tempo del lockdown, ma non abbiamo assistito a simili proteste da parte di baristi e cuochi.


La puzza aumenta quando vediamo nei filmati molte, troppe, teste rasate, tute mimetiche, cappucci, bombe carta, cori da ultras negli stadio, fumogeni: più che camerieri, molti sembrano teppisti che, con gli stadi chiusi, si sfogano contro le vetrine.
La puzza sale ancora, quando non si capisce quale sbocco politico dovrebbero avere le manifestazioni: cambiare Conte ? Per mettere chi? Cambiare maggioranza? Per fare cosa? Modificare i DPCM? In che senso? Abbattere la Repubblica? Ma per favore.


La puzza, infine, diventa insopportabile quando la visione dei filmati ci mostra qualche decina di manifestanti, che sono fatti passare come una insurrezione popolare.
Infiltrare le proteste, metterle in mano ai teppisti, equiparare nell’immaginario chi protesta legalmente a chi sfascia tutto, in modo da dirottare il malessere sul binario morto.
Il vecchio, solito, trucco: ci cascano ? No, peggio, ci credono.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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