Secondo i dati resi noti oggi dall’ Istat , nel 2023 le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,4% del totale delle famiglie residenti. “E’ record storico! Si tratta di dati drammatici e vergognosi, non degni di un Paese civile! La povertà assoluta, infatti, non resta affatto stabile, ma peggiora, raggiungendo un primato sia rispetto alla percentuale delle famiglie in povertà assoluta, l’ 8,4%, che supera il precedente primato del 2022 quando era 8,3%, sia rispetto al numero di famiglie, 2 mln e 217 mila contro 2 mln e 187 mila del 2022, sia rispetto al numero di individui, 5 milioni e 693 mila, che batte il dato del 2022 quando erano 5 mln e 674. L’unico valore apparentemente stabile, è la percentuale di individui poveri, 9,7%, ma solo grazie arrotondati aglimenti, visto che nel 2023 è in realtà 9, Il 73% mentre nel 2022 era ferma al 9,69%. Insomma, mai così tanti poveri assoluti nel nostro Paese” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Una dimostrazione del fatto che bisogna fare molto di più per aiutare chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, per esempio nella prossima manovra concentrando le risorse su chi ha meno di 28 mila euro, rinviando gli aiuti per quelli che arrivano fino a 40 mila euro che non devono certo attendere l’arrivo dello stipendio per poter andare a fare la spesa” prosegue Dona. “Ad esempio, l’aver ridotto, per i bonus sociali sulle bollette di luce e gas, la soglia Isee che era stata aumentata dal Governo Draghi, facendola scendere da 15.000 euro a 9.530, quando invece avrebbero dovuto alzarla ulteriormente, è stata una pessima scelta da parte del Governo Meloni Il caro vita, poi, e l’ acquisto alle stelle, certo non contrastata con la sceneggiata del Trimestre Anti-riacquisto, ha dato il colpo di grazia definitivo agli italiani in difficoltà” conclude Dona.
I bonus sociali per l’energia e il gas – seppur fortemente ridimensionati nel 2023 rispetto al 2022 – hanno contribuito a contenere la crescita della povertà; si stima, infatti, che questa misura ne abbia ridotto l’incidenza di quattro decimi di punto rispetto ai sette decimi dello scorso anno.
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre 859mila famiglie, 10,2%,), seguita dal Nord-ovest (8,0%, 585mila famiglie) e Nord-est (7,9 %, 413mila famiglie), mentre il Centro conferma i valori più bassi (6,7%, 360mila famiglie). Tra le famiglie povere, il 38,7% risiede nel Mezzogiorno (41,4% nel 2022) e il 45,0% al Nord (42,9% nel 2022). Il restante 16,2% risiede nel Centro (15,6% nel 2022). La stabilità dell’incidenza di povertà registrata a livello individuale è frutto di dinamiche territoriali differenti: aumenta per i residenti nel Nord-ovest (9,1% dall’8,2% del 2022), mentre si riduce per chi vive nel Sud ( 12,0% dal 13,3% del 2022). L’incidenza di povertà assoluta fra i minori si attesta al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi, dal 13,4% del 2022) – valore più elevato della serie storica dal 2014 – mentre è all’11 ,8% fra i giovani di 18-34 anni (pari a circa 1 milione 145mila individui, stabile rispetto al 2022); per i 35-64 anni si conferma al 9,4%, anch’esso valore massimo raggiunto dalla serie storica. Sostanzialmente invariata è anche l’incidenza di povertà assoluta fra gli over 65 (6,2%, quasi 887mila persone).