Caso LFM, per pm i contabili infiltrati ai piani alti della politica e messi nel sottobosco da partito “per drenare soldi pubblici”

13 Settembre 2020
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 Rivelazioni, una dietro l’altra. Le carte della procura sono un fiume in piena.

Se per “le reazioni alle contestazioni disciplinari di un direttore di filiale compiacente”, quello della Ubi di Seriate (Bergamo), i contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni “raggiungono subito i piani altissimi della politica a Roma nelle giornate del 26 e 27 maggio, allora e’ facilmente immaginabile la reazione e la capacita’ di inquinamento probatorio di persone tanto infiltrate nelle istituzioni“. Lo scrivono l’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi nella richiesta di custodia che e’ tra le migliaia di atti, consultati dall’ANSA, depositati sul caso Lombardia Film Commission. I pm fanno riferimento al “riservato incontro tenutosi in Roma” a fine maggio e a “fibrillazioni ai piani alti della politica“.

L’operazione “capannone”, ossia la presunta vendita gonfiata di un immobile per la Lombardia Film Commission, e’ indicata quasi “come marginale nella segnalazione di operazione sospetta del 19 maggio 2020” e “rimangono sicuramente da esplorare altri ancor piu’ delicati settori in cui il ‘pool’ di commercialisti ha impiegato la propria professionalita’”. Lo scrive ancora la Procura di Milano nella richiesta di custodia che ha portato ai domiciliari tre commercialisti di fiducia della Lega. “Del resto – aggiungono i pm – che la presente vicenda abbia generato fibrillazioni ai piani alti della politica ne e’ prova il riservato incontro tenutosi in Roma per studiare anche le strategie di difesa del direttore della filiale di Seriate di Banca Ubi”, Marco Ghilardi. 

 L’ex presidente della Lombardia Film Commission Alberto Di Rubba, direttore amministrativo per la Lega al Senato, “e’ non solo uomo di partito come Manzoni, ma anche pubblico ufficiale piazzato dal partito a presiedere uno dei tanti enti del sottobosco della pubblica amministrazione attraverso i quali sono drenati i soldi pubblici“, ossia attraverso la vendita gonfiata di un capannone nel Milanese, scrivono l’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi nella richiesta di custodia depositata assieme a migliaia di atti, consultati dall’ANSA, nell’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf.

Infine, ma non ultimo…  “Come mai la societa’ di noleggio auto ha fatturato quasi un milione di euro alla Lega in un anno? Caz.. se sono andati in giro ah ah ah”. Cosi’ intercettato mentre parla con un altro indagato il commercialista Michele Scillieri, arrestato giovedi’ scorso assieme ai due contabili del Carroccio Di Rubba e Manzoni, sembra, come scrivono i pm di Milano, “conservare nei suoi ‘cassetti mentali’ piu’ di un ricordo di significative ruberie”. Nella conversazione del 14 maggio, in un’informativa della Gdf depositata, Scillieri dice ancora: “Com’e’ che Di Rubba ha messo su un autosalone di macchine di lusso poco li’ accanto a Barachetti (Francesco, imprenditore indagato e vicino alla Lega, secondo i pm, ndr) che ha comprato un edificio dove c’ha fatto la sede grandiosa della sua societa’? Ma da dove arrivano i soldi?”.

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