Pensioni, dalla propaganda “Abolire la Fornero” a 43 anni suonati di contributi. Se si anticipa, a casa senza assegno per 7 mesi

27 Agosto 2024
Lettura 3 min

Con l’avvicinarsi della presentazione della manovra di bilancio 2025, le indiscrezioni sulle possibili modifiche al sistema pensionistico italiano si fanno sempre più insistenti. Il governo Meloni è al lavoro per definire le misure che saranno incluse nella nuova legge di bilancio, con particolare attenzione alla riforma delle pensioni. Una delle principali novità potrebbe essere l’introduzione di Quota 41 al posto di Quota 103. Questa misura permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Tuttavia la proposta è oggetto di dibattito all’interno della maggioranza, poiché comporterebbe un costo significativo per le casse dello Stato, stimato in almeno un miliardo di euro all’anno. Sembra confermata la proroga dell’Ape Sociale, che consente il pensionamento anticipato a 63 anni per i lavoratori in condizioni di svantaggio, come disoccupati, caregiver e persone con invalidità. Anche Opzione Donna, che permette alle donne di andare in pensione anticipata con 35 anni di contributi, dovrebbe essere rinnovata, nonostante il calo delle richieste registrate nel primo trimestre del 2024. 

Un’altra ipotesi in discussione riguarda una possibile stretta sulle pensioni anticipate. Si valuta di allungare le finestre di uscita, portando i requisiti a 43 anni e 5 mesi per gli uomini e 42 anni e 5 mesi per le donne. Questa proposta ha già incontrato l’opposizione della Lega, che preferirebbe puntare su Quota 41. Nel frattempo però attaccano le opposizioni: secondo Raffaella Paita, coordinatrice di Italia Viva “altro che eliminare la vecchia legge, le uscite anticipate saranno ritardate. Un altro dei cavalli di battaglia delle Lega in campagna elettorale” ovvero il superamento della legge Fornero, “viene smentito dai fatti. Con la prossima legge di bilancio il castello di carte delle promesse del governo verrà giù e, messi da parte i complottismi estivi, la maggioranza dovrà. fare i conti con la realtà”.

 Il governo sta anche valutando nuovi incentivi per chi decide di rimanere nel mondo del lavoro e una possibile stretta sugli assegni pensionistici più alti, in un contesto di comprare in calo. Inoltre, si parla di agevolazioni per le madri lavoratrici e di una maxi-deduzione per chi assume, misure che potrebbero essere estese per ottenere risultati più significativi. Altre critiche arrivano dal Movimento 5 Stelle: Elisa Pirro ricorda che “mentre il Governo non riuscirà ad andare oltre un Manovra con tagli alle 
pensioni , alla sanità e agli investimenti, strada peraltro che Meloni e Giorgetti si sono autoinflitti con l’accettazione subalternativa del nuovo Patto di stabilità, è letteralmente esplosa la cassa integrazione, sia a luglio 2024 rispetto al mese precedente (+3,71%), sia rispetto al luglio 2023 (+27,9%), sia nel primo semestre 2024 rispetto allo stesso semestre del 2023 (+20,12%). Di fronte a questa situazione, la televendita meloniana deve finire”.

” Vivere sette mesi senza stipendio o pensione per Giorgia Meloni si può fare. Per le persone reali no. Non sanno dove trovare i soldi per le loro prebende e, come al solito, mettono le mani nelle tasche dei pensionati di essere rafforzato per garantire una pensione dignitosa a chi oggi lavora o cerca lavoro, ma nella direzione della giustizia sociale, non certo in quella annunciata dal Governo per bocca di Durigon”. Così Franco Mari, capogruppo di Avs nella commissione Lavoro della Camera commenta l’ipotesi al vaglio del Governo di allungare a sette mesi il periodo senza assegno per chi va in pensione con 41 o 42 anni (uomini/donne) e dieci mesi di contributi.

 “Le ipotesi sul tavolo delle pensioni , come l’allungamento delle finestre di uscita per la pensione anticipata, il possibile ridimensionamento di Opzione donna e l’introduzione di meccanismi che penalizzerebbero l’importo finale delle pensioni, rappresentano un attacco diretto ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”. È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo. «Se queste misure fossero confermate, si allontanerebbe sempre più l’orizzonte di un pensionamento dignitoso, tutto in nome di una sostenibilità economica che sembra ignorare le reali esigenze del Paese. Riteniamo inaccettabile – ha sottolineato Buonomo – che si parli di tali proposte, senza considerare la gravità delle loro ricadute sociali e senza un adeguato confronto con i sindacati, nonostante le ripetute richieste in tal senso Il dialogo è fondamentale quando si tratta di decisioni che impattano in modo così significativo sul futuro dei lavoratori e delle lavoratrici. peraltro, conferma quanto questo Governo sia sordo alle nostre critiche, ribadiamo con forza nei confronti della precedente manovra, che aveva già comportato notevoli penalizzazioni”. “Auspichiamo un cambiamento di rotta – ha concluso Buonomo – perché, tenuto conto del cosiddetto ‘inverno demografico’ e delle carriere lavorative dei giovani sempre più discontinue, le limitate risorse disponibili per la prossima legge di bilancio devono essere gestite con estrema attenzione, aiutando le scelte compiute non aggravino ulteriormente le disparità sociali ed economiche”. 

”La Cisal è contraria all’ipotesi, che sta circolando in questi giorni, di un eventuale allungamento delle finestre in uscita per chi va in pensione di anzianità”. Così il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, il quale, nel ricordare ”che gli attuali criteri ordinari della cosiddetta pensione anticipata, prevedono ben 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne”, sottolinea che “si tratta di requisiti già molto stringenti e per coloro che li hanno maturati non è giusto prolungare le finestre a 7 mesi; qui non parliamo di gente che riesce a derogare alla normale anzianità sfruttando norme eccezionali in deroga; se una simile ipotesi fosse attuata si penalizzerebbero lavoratrici e lavoratori che hanno, paradossalmente, l’unico ‘demerito’ di essere entrati relativamente presto in attività e che hanno comunque maturato un’anzianità contributiva ampia, frutto esclusivo del loro lavoro e non di deroghe normative particolari”.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Quartieri deserti, sparito fino al 46% dei negozi. Ma ora gli italiani vogliono un ritorno alla bottega sotto casa

Prossimo Servizio

‘Ndrangheta, 8 societa’ in amministrazione giudiziaria tra Brescia e Mantova

Ultime notizie su Cronaca

TornaSu