Moussa Sangare, il 31enne accusato dell’omicidio di Sharon Verzeni, è “uscito di casa con 4 coltelli” la notte dell’omicidio. Lo ha detto la procuratrice aggiunta di Bergamo, Maria Cristina Rota, in conferenza stampa. Il suo “obiettivo era colpire qualcuno”, ha detto la procuratrice facente funzioni di Bergamo spiegando perché il pm Emanuele Marchisio contesta l’aggravante della premeditazione all’omicidio volontario.
L’uomo accusato dell’omicidio “non è pregiudicato, ma a suo carico è pendente in Procura un omicidio provvedimento per maltrattamenti nei confronti della mamma e della sorella alla quale avrebbe puntato alle spalle un coltello”, ha detto ancora la procuratrice durante la conferenza stampa in Procura a Bergamo.
“All’identificazione del fermato hanno collaborato due cittadini stranieri che si trovavano su luogo”. Le due persone che hanno collaborato alle indagini sono “cittadini stranieri di origine marocchine inseriti nel territorio, incensurati, due lavoratori, due onesti cittadini che si trovavano sul luogo del delitto e che in realtà inizialmente si sono presentati per segnalazione un’altra presenza strana – ha proseguito – ma la prima segnalata non era strana e poi è stata segnalata la presenza del ciclista su cui si è lavorato”.
Immagine dal profilo fb di Sharon Verzeni