di Benedetta Baiocchi – Piovono polpette dal cielo. O meglio, piovono scarcerazioni e arrivano richieste di domiciliari per molti boss al 41 bis o condannati all’ergastolo. Il giudici hanno accolto molte richieste degli avvocati: il carcere non è sicuro per i boss. Tutti a casa?
Già ha sollevato indignazione la scarcerazione del boss Zagaria, la mente economica dei Casalesi ,ai domiciliari per motivi di salute.
A fare notizia ora è in particolare Nicolino Grande Aracri, al 41 bis al carcere di Opera a Milano. In particoalare il 61enne boss ha chiesto di poter uscire per “precarie condizioni di salute”. Idem, si apprende dalla stampa, per una istanza accolta dai giudici di Catanzaro per un suo luogotenente.
Nicolino Grande Aracri, boss della ‘Ndrangheta a capo della cosca cutrese che operava a Cremona e nella Bassa Piacentina, non è però il solo.
Anche Grande Aracri, Romolo Villirillo, per molto tempo a Castelvetro Piacentino, primo comune confinante con Cremona oltrepassato il ponte sul Po, e già ondannato in via definitiva nel processo Aemilia per essere stato secondo l’accusa uno dei sei capi della cosca autonoma che si è radicata in Emilia Romagna, ha avuto il via libera alla scarcerazione sempre dai giudici di Catanzaro.
Resta in attesa di un responso la richiesta di un altro uomo, Pierino Vetere, residente a Castelvetro, con una condanna in primo grado per lo stessp processo Aemilia. Anche lui ha avanzato la richiesta per ragioni di salute
Provvedimenti che fanno clamore.
Una ricostruzione in perfetta cronaca nera la ritrovate qui. https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/01/covid-anche-nicolino-grande-aracri-chiede-i-domiciliari-e-il-capo-delle-cosche-di-ndrangheta-in-emilia/5788470/
Foto di Betty Poli