“Il flusso migratorio che origina dalle Aree interne e si dirige verso i Centri è stato rilevante negli ultimi 20 anni. Dal 2002 al 2023 si contano poco meno di 3 milioni e mezzo di movimenti che hanno interessato questa traiettoria e circa 3 milioni e 300mila che invece hanno coinvolto movimenti sulla traiettoria inversa, con una perdita complessiva dovuta allo scambio tra aree pari a poco meno di 190mila residenti delle Aree interne, equivalenti alla scomparsa di una città come Taranto”. E’ quanto emerge da un report dell’Istat sulla ‘demografia delle aree interne’. “Quasi la metà delle partenze (46,2%) origina da Aree interne del Mezzogiorno, il 34,1% da quelle del Nord e il 19,7% da Aree interne del Centro. Specularmente, sono i Centri del Nord che accolgono la prevalenza di queste partenze (50,8%), seguiti dai Centri del Mezzogiorno (25,9%) e del Centro Italia (23,3%). Complessivamente – aggiunge l’istituto di statistica – tre movimenti su cinque riguardano movimenti da Aree interne a Centri all’interno della stessa ripartizione geografica di residenza, ma è significativa la quota di flussi che dalle Aree interne del Mezzogiorno si dirigono verso i Centri del Nord Italia (16,9%), a conferma del fatto che la tradizionale traiettoria dal Mezzogiorno verso il Nord continua a essere una delle principali direttrici della mobilità interna che interessa il Paese”.
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