No Vax o Non NO Vax, la strategia della tensione ci mette sempre lo zampino

3 Settembre 2021
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di Roberto Gremmo – Non e’ necessario essere dei patiti d’intrighi o dei fanatici complottisti per capire che la mobilitazione no vax di mercoledì scorso era un trappolone per cercare di arginare e poi magari archiviare la marea di composto ma diffuso e forte malcontento per le limitazioni dei diritti elementari, alcune davvero ridicole, eccessive o bizzarre, imposte col pretesto della lotta alla pandemia. Bloccare le stazioni dove la gente si reca per necessità non e’ come bloccare una fabbrica con un legittimo sciopero per difendere i propri diritti ma vuol dire fare una prepotenza a gente qualunque, che magari condivide i motivi della protesta ma viene personalmente danneggiata proprio nella sua libertà di movimento.

Scegliere un assolato giorno feriale e già di ritorno al lavoro per la mobilitazione vuol dire impedire la partecipazione di cittadini comuni, che durante la settimana sono piuttosto impegnati a guadagnarsi il pane. Queste scelte scellerate hanno lasciato il campo a fanatici instabili e garantito il monopolio a teste rasate, provocatori di professione e mestatori a libro paga che, prontamente, hanno allontanato dalla piazza molta altra gente. Se si aggiunge che la grande stampa di regime ha per più giorni preannunciato sconquassi, scontri e violenze si capisce bene che tutto congiurava per far fallire senza scampo la sciagurata e ridicola “marcia su Roma”, auspicata sulla maglietta indossata da uno dei pochi attivisti da parata televisiva a reti unificate vocianti e starnazzanti. A chi ha giovato il fallimento e’ ben evidente. Che dietro ci fosse la provocazione di regime non si hanno per adesso prove certe. Ma l’uso strumentale di gruppi estremisti al tempo della strategia della tensione e’ storia di ieri. Da non scordare.

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