NAS – Medici a gettone, 250 denunce. Il bubbone è scoppiato. Chi doveva vigilare dov’era?

5 Dicembre 2022
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A rappresentare il fenomeno in una plastica inchiesta era stato due mesi fa il Corriere della Sera: si tratta dei cosiddetti medici a gettone. Ora le istituzioni hanno voluto andare sino in fondo per fare chiarezza su questa prassi che esternalizza le chiamate, a gettone, appunto, con costi peraltro elevati.

I carabinieri dei Nas hanno effettuato controlli su 1.934 strutture sanitarie

La verifica, riferisce lo stesso quotidiano, ha interessato  637 cooperative e 11.600 tra medici e infermieri. Si legge infatti che “È la prima, e per certi versi clamorosa risposta del Ministero della Salute e dei carabinieri dei Nas al fenomeno dei medici a gettone, denunciato dal Corriere nell’inchiesta dello scorso 1 ottobre. Un’operazione massiccia, iniziata a metà di novembre, che ha portato alla luce centinaia di irregolarità, con oltre 205 persone segnalate alle autorità, tra sanitari e, soprattutto, titolari di cooperative e strutture sanitarie pubbliche e private, accusati a vario titolo di frode ed inadempimento nelle pubbliche forniture”.

Il Corriere riporta che sarebbe stata “accertata la fornitura di medici da parte di cooperative con età anagrafica superiore a quella stabilita contrattualmente — anche sopra i 70 anni —; l’impiego esternalizzato di risorse umane non adatto a esigenze di specifici reparti ospedalieri, come la fornitura presso reparti di «ostetricia e ginecologia» di personale sanitario, tra cui medici generici, non formato a gestire parti cesarei o, ancora, personale medico da impiegare presso il pronto soccorso non specializzato in «medicina di urgenza»”.

Dai primi rilievi sarebbero stati scoperti anche numerosi casi di esercizio abusivo della professione (43 operatori), soprattutto in ambito infermieristico. Per irregolarità sono state addirittura chiuse ben  5 strutture socio-sanitarie.

Chiude con l’orgoglio, legittimo, di chi ha sollevato il problema: “Nell’inchiesta dello scorso 1 ottobre il Corriere aveva portato alla luce appunto il fenomeno dei gettonisti — fenomeno ormai sempre più diffuso e che sta cambiando radicalmente la fisionomia degli ospedali italiani — che riguarda le migliaia di professionisti che ogni giorno entrano negli ospedali italiani, ingaggiati da cooperative esterne su affidamento delle aziende sanitarie, per coprire i sempre più numerosi buchi d’organico. Chiamati a gettone, che vuol dire pagati per un singolo turno (di solito 12 ore, remunerato fino a 1200 euro a turno), in un campo sostanzialmente senza regole. E, soprattutto, senza alcun controllo. Almeno finora”.

Una domanda: ma prima, chi doveva vigilare, dov’era? Tocca al giornalismo fare da controllore?

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