Narni, il progetto per i rifugiati, l’interrogazione di sette senatori, l’esposto di Fiorini e un giallo ancora senza soluzione?

29 Settembre 2020
Lettura 4 min

Una brutta storia. Leggendo l’interrogazione parlamentare presentata da sette Senatori del M5S al Ministro degli Interni Lamorgese il 28 luglio 2020, emerge proprio una brutta storia, che vede protagonisti involontari i rifugiati politici.
Una storia che, secondo articoli di stampa, la Lega voleva portare in Parlamento già nel settembre 2018, ma poi, stranamente, non se ne fece più nulla.
E si scoprono cose strane Il tema è il Progetto Sprar Ordinari (Rifugiati Politici) di Narni (Tr) dal 2014 al 2016. Tali progetti erano affidati all’Associazione di Volontariato San Martino di Terni, Arci Nuova Associazione, Laboratorio Idea, Arci solidarietà di Terni. Fin qui ci siamo.

Ma perché la vicenda diventa un atto ispettivo parlamentare? Cosa chiedono gli interroganti al ministro Lamorgese. Vediamo il testo, che è pubblico dal 28 luglio scorso e risale alla seduta 245 di Palazzo Madama, a firma dei senatori CORRADO , VANIN , ANGRISANI , FERRARA , PUGLIA , PRESUTTO , TRENTACOSTE.

L’interrogazione inizia con la formula di rito. Premesso che…:

“con delibera di Giunta n. 194 del 16 ottobre 2013, il Comune di Narni (Terni) ha assegnato con affidamento diretto la gestione del progetto SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) ordinari ad una associazione temporanea di scopo composta dall’associazione di volontariato San Martino di Terni, dall’associazione Laboratorio Idea, dall’Arci nuova associazione e dall’Arci Solidarietà di Terni;

il progetto, con durata triennale (dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2016), valeva più di un milione di euro annui, di cui il 20 per cento, cioè circa 135.000 euro, cofinanziato dal Comune di Narni in gran parte mediante ore di lavoro dei propri dipendenti (pressappoco 7.500 annue), impiegate in attività di assistenza sociale e psicologica, interpretariato e mediazione culturale, supporto amministrativo”.

Poi l’interrogazione cita la fonte di stampa.

“Secondo quanto riportato da “ilfattoquotidiano”, del 30 gennaio 2018, “di queste attività di accoglienza ai migranti dichiarate e rendicontate a Roma dal Comune di Narni (provincia di Terni, in Umbria) tra il 2015 e il 2017, però, secondo le verifiche effettuate (…) una parte significativa non è mai stata fatta”;

nello stesso articolo si legge che “buona parte dei dipendenti ha scoperto solo nel 2016 di essere stato inserito nella delibera comunale sullo Sprar datata 16 ottobre 2013. Il Comune, insomma, formalmente, ha preventivato il loro lavoro per mettere insieme il cofinanziamento necessario sotto forma di ore lavorate, ma non li ha informati né indicato loro l’attività da svolgere”.

tra gli altri casi, l’articolo riportava i casi delle due lavoratrici del Comune di Attigliano, Laura Pica e Cinzia Ruco, inserite a loro insaputa nella rendicontazione, e quelli di due dipendenti del Comune di Narni, Massimiliano Spaziani e Rosaria Scottegna, per i quali sono state rendicontate ore svolte in mansioni e servizi non in linea con la loro formazione e il loro inquadramento contrattuale;

Angelo Coletti, poi, dipendente di categoria B, appariva sulla suddetta delibera con la mansione di “dirigente referente del progetto per l’ente locale, responsabile del monitoraggio della attività e della gestione delle risorse economiche”.

Il quadro si fa più articolato mano a mano che si leggono le “premesse” presentate dai senatori.

“Risultano inoltre incongruenze tra il progetto presentato e le rendicontazioni: la dipendente del Comune di Narni Francesca Comaschi, che appariva nella delibera di Giunta n. 194 del 16 ottobre 2013 come operatrice sociale nel progetto Sprar ordinari, per 56 ore al mese per gli anni 2014, 2015, 2016, era presente invece nelle rendicontazioni spedite al servizio centrale per 56 ore nel 2014, 92 ore al mese nel 2015 e 80 ore al mese nel 2016”. Così, secondo gli atti depositati dai parlamentari.

Altra fonte di stampa. “Stando a quanto rilevato dal “Corriere dell’Umbria” del 7 maggio 2018 la stessa Francesca Comaschi è stata poi interessata da un “trasferimento sospetto” ad altro ufficio”. Interrogativi, non sentenze, sia chiaro.

“Inoltre il citato articolo evidenziava che, dopo l’emergere di alcune potenziali criticità, la dirigente comunale Lorella Sepi ha sospeso in autotutela il resoconto 2015 da poco inviato allo SPRAR centrale, usando come giustificazioni un errore materiale e informazioni arrivate in ritardo dagli altri Comuni e ha poi inviato una rettifica qualche giorno dopo”.

Come sono andate insomma le cose? Tutti sono innocenti fino a prova contraria, ma, ricordano i senatori, “ai sensi della legge n. 189 del 2002, il servizio centrale SPRAR è stato responsabile del monitoraggio per tutta la durata del progetto” e, nell’interrogazione si legge che secondo i parlamentari “detto servizio ha svolto controlli i cui esiti non sono al momento noti. Informazioni in merito, in data 11 agosto 2019, sono state negate anche al dipendente Massimiliano Spaziani, nonostante risulti parte interessata e legittimata, e una sua successiva lettera inviata al Ministro in indirizzo è rimasta senza risposta”.

Si apre un altro ulteriore capitolo. Cita testualmente l’interrogazione che “in data 30 gennaio 2018, alla luce dei fatti, il consigliere regionale dell’Umbria Emanuele Fiorini, al fine di valutare la correttezza dell’operato del Comune di Narni e le eventuali condotte penalmente rilevanti per quel che concerne la gestione del progetto SPRAR di Narni, ha presentato un esposto al comando compagnia della Guardia di finanza di Terni, al prefetto di Terni Paolo De Biagi, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni e alla Corte dei conti”.

E pensare che fin qui è una lunga “premessa”. A questo punto occorre tirare le somme.

Considerato che, fanno sapere ancora i parlamentari, “secondo quanto riportato dal “Corriere dell’Umbria” in data 10 marzo 2018, la Procura di Terni ha avviato un’inchiesta a seguito dell’esposto e i dipendenti coinvolti sono stati sentiti dai Carabinieri;

il quotidiano “Il Messaggero”, in data 27 febbraio 2020, riferiva: “La Procura di Terni ha chiuso le indagini sui Progetti Sprar (i centri per richiedenti asilo) di Terni e Narni chiedendo il rinvio a giudizio per Lorella Sepi, dirigente al Comune di Narni, e per l’ex dirigente Danila Virili, del Comune di Terni, in pensione da quasi due anni”;

il citato dipendente del Comune di Narni Massimiliano Spaziani ha informato, via posta elettronica certificata, delle descritte anomalie, in tutti i casi senza ottenere alcun riscontro, il Presidente della Repubblica (6 febbraio 2019), il procuratore regionale della Corte dei conti per l’Umbria (10 febbraio 2019), il segretario generale della Uil, il suo sindacato (4 marzo 2019), il procuratore generale della Repubblica di Perugia (29 settembre 2019), i segretari generali dei sindacati confederali (12 maggio 2020) oltre ad aver inviato una segnalazione all’Autorità nazionale anticorruzione tramite il portale sul whistleblowing (12 febbraio 2019);

considerato infine che con determinazione dirigenziale n. 10 del 26 gennaio 2018, il Comune di Narni ha affidato alla stessa associazione temporanea di scopo la coprogettazione e la gestione del progetto SPRAR ordinari e SPRAR minori stranieri non accompagnati per gli anni 2018 e 2019,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti”.

E, soprattutto, che si fa ora?

Fonte: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1161859

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Direttrice: Stefania Piazzo
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