“Le indagini bancarie hanno accertato che gli indagati hanno gia’ provveduto a distrarre ed occultare parte delle somme indebitamente percepite a titolo di commissioni mediante effettuazioni di pagamenti fittizi, prelievi personali, investimenti in beni e polizze assicurative”.
Lo scrive il gip Paolo Andrea Taviano nel decreto di sequestro preventivo sollecitato dalla procura nell’ambito delle indagini sulla maxi commessa di mascherine provenienti dalla Cina. “Attesa la natura degli illeciti contestati, appaiono sussistere esigenze cautelari in ordine al concreto pericolo di perpetuazione ed aggravamento degli effetti dannosi del reato – evidenzia il giudice – in considerazione del fatto che il denaro costituente profitto del reato potrebbe essere facilmente occultato e/o distratto, rendendone difficoltoso se non addirittura impossibile il recupero”.
Gli accertamenti delle Guardia di Finanza riguardano gli affidamenti, per un valore complessivo di 1,25 miliardi di euro, effettuati dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 a favore di tre consorzi cinesi per l’acquisito di oltre 800 milioni di mascherine di varie tipologia, effettuate con l’intermediazione – non contrattualizzata dalla stessa struttura guidata da Domenico Arcuri – di alcune imprese italiane. A fronte di questa attivita’ di intermediazione e dei connessi affidamenti, le societa’ hanno percepito commissioni per decine di milioni di euro dai consorzi cinesi risultati affidatari delle forniture dei richiamati dispositivi di protezione individuale (in particolare, mascherine chirurgiche, nonche’ del tipo FFP2 e FFP3).