di Roberto Gremmo – Prima di essere trucidato dai sicari di Mussolini, Giacomo Matteotti non condusse solo coraggiose battaglie contro le illegalità e le violenze dei fascisti ma si battè in prima fila per il diritto all’autodeterminazione del Popolo Sudtirolese, annesso con la violenza e contro la sua volontà allo Stato italiano.
Questa pagina poco nota ma significativa della sua vita viene ricostruita per la prima volta con documenti inediti dallo storico Gunther Rauch nel libro “Storia sommersa””scritto con il contributo di Josef Perkmann e pubblicato in lingua italiana a Bolzano dalla celebre casa editrice Athesia in collaborazione con l’Associazione “Storia e futuro” del sindacato CGIL/AGB.
Con precisione e col dovuto rispetto per le lotte operaie in una regione complicata, l’autore segue passo a passo le vicende che hanno caratterizzato la tragica disgregazione del movimento operaio nel Tirolo meridionale dopo la grande guerra e, ovviamente, si occupa di questioni scottanti, quali il durissimo confronto fra centralisti, poi diventati fascisti, e popolazione locale che voleva decidere del proprio destino.
E s’imbatte in Giacomo Matteotti.
Spiega Rauch che il leader dei Socialisti Unitari durante le feste di Pentecoste del 1920 soggiornò a Bolzano con la moglie Vera ed il figlio Giancarlo e partecipò alla storica riunione dell’esecutivo socialdemocratico tirolese dove “con la consueta passione e l’indubbio realismo” pronunciò parole nette a favore della minoranza, giungendo a dichiarare che “se noi (socialisti) avessimo il potere in Italia, non vi terremmo in ostaggio neanche per un’ora, a vi daremmo via libera ad unirvi con la vostra grande nazione tedesca, con la quale non vogliamo vivere in inimicizia, ma come fratelli”.
Battaglia che condusse, con a fianco Turati, anche in Parlamento. Almeno finché fu possibile.
Grati e riconoscenti, nel 1924, dopo il suo assassinio, ad Innsbruck i militanti del “Tiroler Schutzbund” diedero il nome di “Battaglione Matteotti” alla propria organizzazione paramilitare di difesa.