Dalla prima domenica d’Avvento (27 novembre 2022) “anche nella Chiesa Agrigentina sara’ sospeso l’ufficio di padrino e madrina nella celebrazione dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione, come gia’ avviene in altre diocesi”. Cosi’ il vescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, con una lettera inviata ai sacerdoti, ai religiosi e agli operatori pastorali.
Le diocesi italiane corrono ai ripari per arginare il rischio di contagio da Covid. E in diversi casi decidono di sospendere il catechismo in presenza. E’ il caso della diocesi di Pitigliano-Orbetello e di Grosseto, ad esempio, dove il vescovo Giovanni Roncari, dopo essersi confrontato con i vicari generali e con altri collaboratori delle diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello e di Grosseto, ha stabilito la sospensione della catechesi in presenza dei bambini e dei ragazzi. I catechisti sono invitati a seguire i ragazzi via streaming. Succede anche a Teano, nel casertano: stessa disposizione da parte del vescovo Cirulli. “La recrudescenza della pandemia dovuta alla variante omicron – ha spiegato mons. Roncari – impone di fare quanto possibile per arginarne la diffusione. Sappiamo che la percentuale di bambini fino a 12 anni vaccinati è ancora bassa e questo non aiuta a contenere la diffusione del virus. Pertanto, seppur a malincuore, abbiamo convenuto sulla opportunità di una sospensione temporanea della catechesi in presenza”. Il vescovo chiede ai genitori di “curare che i loro figli partecipino alla messa domenicale, come momento di formazione e crescita nel loro percorso di fede, senza interrompere il legame con la parrocchia. A seconda delle circostanze, se opportuno, là dove manca, si potrebbe introdurre nelle prossime domeniche una messa particolarmente rivolta ai ragazzi, come speciale momento di incontro con il Signore e con la comunità”.
Con un decreto ad hoc, il primo nei confronti di sacerdoti no vax, il vescovo di Teano, mons. Giacomo Cirulli ha proibito tassativamente ai preti no vax di dare l’ostia in chiesa durante la messa. Divieto esteso ai diaconi non vaccinati. Una disposizione, ha motivato oggi il vescovo, che si pone “come ulteriore misura utile a contrastare il dilagare del virus tra la popolazione e a tutelare tra i più fragili anche coloro che potrebbero non godere dei vantaggi della copertura vaccinale e purtroppo -come testimoniano i casi crescenti negli ospedali di tutta Italia -subire il danno della malattia”.