di Sergio Bianchini – Parlando della cantante attrice Elodie che oggi impazza sui media per la sua naturale avvenenza e per la sua esposizione fisica, Luca Ricolfi su “Il Messaggero” del 18 agosto mette vari puntini sulle i della bellezza femminile.
Ricolfi contesta le dichiarazioni dell’artista in merito al patriarcato.
Ricolfi dice che il patriarcato non esiste più e che la piena coscienza della sua scomparsa in occidente risale ormai a 60 anni fa quando Alexander Mitscherlich pubblicò il libro ”Verso una società senza padre”. Dice Ricolfi che ”oggi quel processo è ampiamente compiuto…..tutte le figure che incarnavano l’autorità e il comando, dal padre all’insegnante, dal poliziotto al giudice, dal prete al ministro, hanno perso ogni prestigio e autorevolezza”.
Quindi questa lotta contro il patriarcato che non c’è più è in realtà una lotta contro l’antichissima libidine maschile che ancora oggi, a patriarcato defunto, influenza sia i comportamenti maschili che femminili.
La realtà di oggi è quella di una società ossessionata dal sesso e ogni messaggio, pubblicità, immagine, testo, spettacolo, ruota intorno al corpo femminile e dunque intorno alla antica libidine maschile. Di seguito Ricolfi fa una considerazione potentissima: ”Le donne lo sanno meglio di chiunque altro e più di chiunque altro ne soffrono”.
La conseguenza è che tutte le donne sono impegnate nella manutenzione e nell’impiego ottimale del loro ”capitale erotico”.
La conclusione finale è folgorante. Il capitale erotico, paragonato al capitale finanziario dei maschi, è una delle risorse più iniquamente distribuite ed una fonte formidabile di disuguaglianza tra le donne.
Le donne belle vengono incanalate nel tentativo di somigliare ai modelli irraggiungibili e stereotipati proposti a getto continuo dai padroni dell’affarismo estetico, ed a diffondere le proprie immagini seducenti al mondo intero.
La maggioranza delle donne “non belle” vive la situazione con una perenne frustrazione, un senso di inadeguatezza che alimentato dai social produce frustrazione, depressione e comportamenti suicidari frequenti soprattutto nelle ragazze.
Quindi chi si espone come modello di emancipazione, secondo Ricolfi, non lotta in realtà contro il patriarcato ma entra totalmente nel circuito dello sfruttamento economico dell’antica libidine a cui si “oppone” assecondandola con il nudismo.
Ricolfi conclude con una domanda ad Elodie (che accusa la Meloni di lavorare per gli uomini): come può non accorgersi di lavorare …per gli uomini?”.
Per il lato più antico e meccanico dei maschi aggiungo io.
In effetti da tempo andavo dicendo che la donna bella sta alle altre donne come l’uomo ricco sta agli altri uomini, suscitando “invidia” e avversione. Ricolfi ha spiegato dal suo punto di vista la condizione generale della società occidentale rispetto alla bellezza femminile: una autentica ossessione.