di Roberto Gremmo – Davvero Togliatti fu un ‘pacificatore’? il ministro della Giustizia venuto dalla Russia, Palmiro Togliatti detto “il Migliore” utilizzò il proprio ruolo governativo anche avallando le condanne a morte decretate a guerra finita da “corti d’assise straordinarie” dove i vincitori giudicavano i vinti?
Il nuovo numero 35 della rivista “Araldo del Piemonte e Valle D’Aosta” diretta da Roberto Chiaramonte pubblica una documentazione inedita su uno dei casi più clamorosi di quegli anni. Si tratta della vicenda della pena di morte per un accusato di collaborazionismo per aver fatto l’interprete alle truppe tedesche.
La vicenda del gressonaro Rudi Lerch è ben nota in Valle D’Aosta e ne ha trattato con competente attenzione il giornalista Roberto Guscelli nel libro “Un uomo da uccidere” edito da Stylos.
Nell’attenta cronaca di Guscelli vengono documentati tutti i passaggi che hanno portato ad una tragica fine la guida alpina Lerch, l’ultimo giustiziato della Valle D’Aosta.
Il breve saggio che compare adesso sull’”Araldo” aggiunge un elemento decisivo fino ad oggi sconosciuto, i documenti ripercorrono la tragica decisione dell’Assise di Aosta e quella presa dal ministro Togliatti che il 6 ottobre 1945 rifiutava la grazia a Lerch spingendo le autorità Alleate a fare altrettanto.
Dalle carte pubblicate emergerebbe dunque un Togliatti di manica larga alla luce del sole coi fascisti rimasti in circolazione al punto di promulgare una generosa amnistia ma al contempo implacabile repressore nel suo ruolo lontano dai riflettori di ministro dell’Italia liberata? Il testo fa scaturire molti interrogativi.
Il nuovo numero dell’”Araldo” ovviamente contiene anche altri articoli di buon interesse piemontese e valdostano.
Può’ essere richiesto al numero telefonico 011781983 o rivolgendosi al “Centro studi nuovo millennio” in via Nazario Sauro 44 a Collegno.