Piazze accese. Dalle minacciose molotov di Milano e Torino, alle pentole dei ristoratori a Cremona davanti alla prefettura e poi le hanno lasciate a terra come in un cimitero di stoviglie. E’ tutto il paese in subbuglio, in assetto chi da guerriglia urbana chi da protesta accesa ma civile. E’ il malessere che attraversa da Nord a Sud l’Italia, la paura della fame, di perdere il lavoro, di vedere fallita l’attività.
A Catania è stata la volta di bombe carta davanti alla prefettura, a Treviso in mille hanno sfilato in corteo, a Viareggio giovani hanno bloccato il traffico e lanciato fumogeni e petardi. In piazza anche a Genova sfilano lavoratori, ristoratori, dipendenti dello spettacolo.
Le forze dell’ordine hanno lanciato i lacrimogeni contro i manifestanti che stavano a loro volta lanciando pietre e bottiglie davanti alla sede della Regione Lombardia, in via Melchiorre Gioia, a Milano con l’obiettivo è quello di disperdere i partecipanti di un corteo non autorizzato e violento partito da corso Buenos Aires, la via più commerciale della città. Un poliziotto è stato ferito, sembra in maniera non grave, davanti alla Stazione Centrale di Milano: è stato colpito da un oggetto, forse una bottiglia ed è stato soccorso per essere medicato. E’ stato poi disperso dalle forze dell’ordine il corteo: per ora due persone sono state fermate, erano non lontane dalla stazione Centrale. I manifestanti si sono sparpagliati nelle vie limitrofe a Corso Buenos Aires.
Due negozi della centralissima via Roma, a Torino, sono stati devastati da gruppi di manifestanti nel corso degli episodi di guerriglia con le forze dell’ordine. In un caso, un gruppo, dopo aver sfondato la vetrata d’ingresso, si è introdotto all’interno e si è dato al saccheggio.
‘Servono fatti non decreti’, ‘Falliamo noi fallite voi’ e ‘No tasse e più aiuti concreti’. Questo nuovo decreto “è peggio del lockdown – ha spiegato Alfredo Zini, ristoratore che ha promosso la protesta a Milano – ci sarà così un mercato parallelo di abusivismo, la gente potrà acquistare alimentari e alcolici e consumarli anche abusivamente per la strada. Chiediamo un allineamento del Dpcm e dell’ordinanza regionale, uno dice chiudere alle 18 e l’altra alle 23”. Inoltre i ristoratori chiedono contributi “non a pioggia uguali per tutti ma commisurati alla perdita di fatturato”. Inoltre Zini lancia l’allarme per la “chiusura di tante attività che potrebbero finire nelle mani della criminalità organizzata”.
Napoli in piazza – “Reddito di salute per tutti la crisi la paghino i ricchi”. Questo uno degli striscioni esposti in Piazza Plebiscito a Napoli con centinaia di persone per protestare contro i nuovi provvedimenti anticovid da parte del governo e della Regione Campania. In piazza rappresentanti delle categorie che si sentono danneggiate come i ristoratori, i titolari dei bar, settori dell’indotto del turismo, ma anche studenti, esponenti dei centri sociali, singoli cittadini che stanno perdendo il lavoro. “A salute e a prima cosa ma senza sorde nun se cantano messe”, un altro degli striscioni. Intorno alla piazza decine di camionette delle forze dell’ordine e agenti in tenuta antisommossa. La protesta poi si sposta sotto la sede della Regione Campania. Urlando “dimissioni, dimissioni” contro il governatore Vincenzo De Luca.