di Davide Parente – Il capitano della nazionale d’Israele di hockey ghiaccio, precisamente il n.34 del ranking internazionale, Eliezer Sherbatov, ha firmato un contratto con la squadra della citta’ polacca di Oswiecim, tristemente conosciuta nella storia recente come Auschwitz.
Ed in Istrale, non si sono fatte aspettare le polemiche su questa scelta, da parte di Rabbini e cittadini israeliani. Il giocatore, è stato definito come “un traditore“.
Ma Sherbatov ha così risposto: “Lo so, ci sono tanti ebrei che mi considerano cosi’ perche’ ho firmato per l’Auschwitz, ma io rispondo che cio’ che accadde quasi ottanta anni fa non verra’ mai dimenticato. Ed ecco perche’ io, adesso, voglio far vedere ai giovani del mio paese che devono essere fieri delle loro origini e che ora tutto e’ possibile, anche che un ebreo giochi per la squadra di qui”.
Sherbatov ha inoltre aggiunto che nel 2020 ricorre il 75/o anniversario della liberazione dei prigionieri di Auschwitz da parte degli alleati, e quale modo migliore di sottolinearlo sarebbe “essere un giocatore chiave del team di Oswiecim e vincere il campionato, perche’ riuscirci giocando per questa squadra vorrebbe dire giocare non solo per me stesso ma anche per onorare la memoria di tutte le vittime di Auschwitz. E’ come dire ‘un ebreo e’ tornato qui, e ha vinto per voi'”.
Due visioni completamente all’opposto, ma con un unico spunto di riflessione: forse sarebbe meglio lasciare fuori lo sport dalla politica attuale e passata, anche se si parla di argomenti molto sensibili.