Gli infermieri italiani migrano all’estero. Ma il chiodo fisso di Salvini è mandare i pensionati del Nord al Sud

23 Luglio 2020
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 di Stefania Piazzo – Dicono che ci sia l’indifferenza del governo. Ma sarebbe più corretto dire a onor del vero, l’indifferenza di tutti i governi E potremmo aggiungere l’indifferenza delle opposizioni. Perché il Covid è stato un banco di prova per l’improvvisazione e la demagogia elettorale. Da una parte oggi abbiamo la denuncia del sindacato degli infermieri, che con Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, sindacato infermieri italiani, a proposito della ‘fuga dei cervelli’ dal nostro Paese, spiega che “Germania e Regno Unito ci portano via, ogni settimana, ogni mese, decine di giovani valenti colleghi. O forse sarebbe meglio dire che aspirano legittimamente ad inserire nei loro organici le nostre professionalità infermieristiche, tra le più ambite in Europa”. Sono meglio retribuiti.

Dall’altra arriva il leader della Lega che ripropone, ancora, la migrazione dei pensionati del Nord al Sud, senza fargli pagare le tasse. Poi vorremmo chiedere a Salvini in quale ospedale della Calabria, perché è quella la regione che avrebbe individuato tax free, spedire i pensionati padani in caso di bisogno. Magari basterebbe un sistema fiscale equo, che rende a Cesare quel che è di Cesare, ma forse è troppo complesso ammettere che al Nord le tasse versate sono in credito rispetto ai servizi.

Ecco il tweet della giustizia sociale secondo la Lega.

Salvini, usiamo quei miliardi per far sì che la vita al Nord sia meno cara, che ne dici?

Quanto agli infermieri, lasciamo che parli il loro responsabile sindacale.

“Diciamo pure – continua De Palma – che non ci vuole poi molto a convincere un giovane infermiere a decidere di cambiare la sua prospettiva professionale. Sarebbe il caso però di chiedersi, ‘nelle stanze del potere’, quali sono le ragioni di questa emorragia che non sembra destinata ad arrestarsi”. Diciamo pure – continua De Palma – che non ci vuole poi molto a convincere un giovane infermiere a decidere di cambiare la sua prospettiva professionale. Sarebbe il caso però di chiedersi, ‘nelle stanze del potere’, quali sono le ragioni di questa emorragia che non sembra destinata ad arrestarsi”.

“E’ notizia di qualche giorno fa – prosegue il leader del Nursing Up – della ‘succulenta’ offerta di lavoro di un noto complesso ospedaliero di Monchengladbach, il Maria Hillf, che da qualche anno vanta già una piccola comunità di infermieri italiani al suo attivo. Sulle agenzie di stampa, in riferimento alla ricerca di lavoro da parte dell’ospedale in questione, appare, come in un micromondo lontano anni luce dal nostro, l’immagine di un gruppo di infermieri italiani sorridenti e gioiosi. Di spalle si erge un striscione con i colori azzurri: della serie siamo italiani, ci sentiamo italiani, ma a casa non ci torneremo”.

 “Ebbene – sottolinea ancora De Palma – i motivi sono semplici, e quello del Maria Hillf sembra solo un caso come tanti: stipendio a tempo indeterminato di 2900 euro lordi al mese, di norma più di 2000 euro netti, quando un infermiere italiano appena assunto guadagna, in media, tra i 1150 e i 1250 euro. Ma vi è di più: tirocinio linguistico addirittura retribuito con alloggio a 1200 euro al mese, nessun obbligo di conoscenza della lingua tedesca all’inizio. Ma qui ti pagano la formazione, ti permettono di ambientarti e di mettere a frutto le tue capacità, ti assumono se sei bravo e se impari la lingua, insomma ti permettono di crescere. E poi si parla di condizioni lavorative che in Italia sembrano una chimera: aggiornamento professionale costante durante l’anno, immaginiamo quindi formazione interna pagata dall’azienda, e poi iniziative collaterali gratificanti dal punto di vista umano, succulenti premi produttività, mensa di qualità e a basso costo, possibilità di svolgere attività sportive. Insomma valorizzazione dell’aspetto professionale ma non solo… Non sarà forse tutto oro quello che luccica, ma vista la situazione della sanità italiana, ci mettiamo nei panni di un giovane trentenne, infermiere già con una buona esperienza: leggendo questa proposta ci vuole poco a convincersi a preparare i bagagli”.”Ci piacerebbe che il nostro ministro Speranza ed il Vice Ministro Sileri, anziché dedicarsi al gioco dei proclami o delle vane promesse, dessero uno sguardo a questa foto. Li vedete quei volti felici? Allora provate a dirci quando, secondo voi, anche gli infermieri in Italia potranno iniziare a sorridere. Aspettiamo ansiosi una vostra risposta”, conclude De Palma.

De Palma, proponete agli infermieri del Nord di trasferirsi al Sud, esentasse.

Photo by Ani Kolleshi 

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