Galli: incredibile sia ancora complicato ottenere un test! Scuola, l’incertezza sulla riapertura

20 Agosto 2020
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 L’estate non ha sconfitto il virus. Ne parla l’infettivologo Massimo Galli. “Non siamo messi male come in Francia e Spagna ma così non va bene. Dobbiamo continuare la sorveglianza attiva, è fondamentale per tenerci fuori dai guai. Bisogna aumentare il numero dei tamponi sui casi sospetti. Non si capisce perché ne facciamo circa il 60% rispetto a Francia e Germania. Dopo tutto questo tempo non è possibile che sia ancora così complicato ottenere un test purchessia, un problema ormai proverbiale in particolare in Lombardia”.

In una intervista a La Repubblica, Galli, professore di malattie infettive al Sacco di Milano, spiega: “Sì, i viaggi si stanno dimostrando forieri di problemi. Non voglio fare quello che ce l’ha con i giovani ma certi episodi mi colpiscono. Ad esempio quello quello dei 9 ragazzi di Como tornati dalla Croazia. Comunque ogni giorno ci sono segnalazioni di quel tipo. Detto questo, non credo che siano solo i rientri a far crescere i numeri. Non distraiamoci pensando solo a chi ha viaggiato, teniamo l’attenzione anche su quello che succede da noi. Il virus circola ancora. E molte infezioni sono recenti”, ha aggiunto.

“Aprire le scuola è ritenuto un bisogno primario e va bene. Però dobbiamo abituarci a convivere con il virus. Per farlo bene è necessario sorvegliare e nel momento in cui si trova un’infezione, le Asl devono valutare di fermare la classe. Siamo sempre alle tre “t”: tracciare, testare e trattare. Nel frattempo spero arrivino novità interessanti – ha aggiunto – Ad esempio i nuovi tamponi rapidi, del tipo di quelli usati a Fiumicino. Con quegli esami tutto sarà più veloce e meno gravoso per le Regioni”. 

Intanto si avvicina l’apertura delle scuole ma è l’incertezza a farla da padrona. A meno di un mese dalla riapertura regna una sostanziale confusione sulle modalità della ripartenza delle lezioni e sulle garanzie di sicurezza necessarie per gli alunni e per tutto il personale scolastico negli istituti di ogni ordine e grado” E’ quanto sottolinea la segretaria generale della Cisl , Annamaria Furlan, in un intervento su “Avvenire”. “Questo passaggio sarà un banco di prova importante per il Governo ed anche la cartina di tornasole di come affronteremo un autunno che si preannuncia difficile e complicato per il nostro Paese”, aggiunge la leader Cisl.

“Non bastano i monitoraggi o scandire le cifre stanziate in queste settimane per il personale e per le esigenze delle Regioni. E non possiamo aspettare ‪il 14 settembre‬ per decidere. Manca ancora un vero piano operativo, chiaro e concreto, per rendere tutti gli edifici scolastici sicuri e in grado di poter rispettare le norme puntuali dei protocolli sulla sicurezza che faticosamente abbiamo costruito e condiviso come sindacato anche nel settore della SCUOLA.

Lo abbiamo fatto anche ieri siglando un accordo importante per la sicurezza degli asili nido e le scuole di infanzia. Ma tutto questo ora va attuato in maniera seria. Alle Regioni sono stati assegnati dei fondi in maniera discrezionale per il reclutamento del personale, ma non esiste un criterio oggettivo per garantire la copertura dei fabbisogni reali dei vari istituti scolastici”. Furlan aggiunge che “non si può scaricare la responsabilità della ripartenza delle scuole solo sui dirigenti scolastici”. E pone una serie di interrogativi.

Che cosa fare nel caso in cui un bambino risultasse avere i sintomi del Covid? Chi dovrà intervenire? I dirigenti scolastici saranno in grado di garantire il rispetto delle linee guida? “Sono domande cruciali che in questo momento si stanno facendo milioni di famiglie italiane e che devono trovare da parte del Governo e dalle istituzioni una risposta efficace e concreta, capace di metterci al riparo da situazioni davvero preoccupanti”. 

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