“Soprattutto per i più piccoli, 5 o 6 ore in classe con la mascherina sono francamente utopia. E se vogliamo essere onesti intellettualmente, dobbiamo dire che il distanziamento si può tentare, ma per un bambino di 8 anni è difficile”. Lo ha detto Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università degli Studi di Milano, intervenendo ad ‘Agorà Estate’ su Rai3. “Mi sarebbe piaciuto – ha continuato – anche, se non possiamo parlare della luna nel pozzo con questi tempi brevi, che a scuola ci fossero seri presidi sanitari che potessero più facilmente controllare la situazione nel suo evolvere” .
Poi, in una intervista al Corriere della Sera smorza i toni allarmistici dei media e dei più intransigenti e dice la sua.
“Rispetto alla prima grande ondata non c’e’ nulla di paragonabile: c’e’ un modesto stillicidio di casi da ricovero, ma non situazioni gravi in persone fragili, come nei mesi passati”. In pochi, tra i circa mille contagi al giorno, finiscono in ospedale. “I nuovi contagi riguardano soprattutto i giovani (ed e’ ovvio visto che i tamponi si fanno soprattutto a loro!) che raramente vanno incontro a una malattia grave. Anzi, spesso sono asintomatici. Il problema – evidenzia Galli – e’ che diventano un serbatoio di infezione e possono spargere il virus alla vecchia zia, per dire. Ma non vanno demonizzati. Alla fine la riapertura delle discoteche ha significato per loro, confinati per mesi dal lockdown, una sorta di liberi tutti. Adesso bisogna correre ai ripari, magari con quarantene fatte con intelligenza, non con piglio burocratico”.
“Discoteche a parte, occorre davvero decidere che cosa si puo’ riaprire e come, scuole comprese. La raccomandazione e’ quella della “cautela” sia per la popolazione, che dovrebbe osservare sempre le normali norme igieniche di prevenzione, sia per i politici che devono prendere decisioni”, dice ancora Galli, che manda un messaggio alla popolazione: “Vaccinarsi il prima possibile, in autunno, contro l’influenza e le infezioni da Pneumococco”.
(red)