Fedriga rialza per primo la bandiera del Nord: avanti così non ho soldi per gli ospedali. Versiamo a Roma più di quello che riceviamo. Poi l’ombra cinese sulla crisi…

25 Maggio 2020
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di Stefania Piazzo – Un governatore del Nord che parla da leghista dei tempi passati: “Versiamo più di quello che riceviamo. Avanti così non ci sono soldi per mantenere gli ospedali”. In una ampia intervista a Francesco Saita su Adnkronos, il governatore del Friuli Venezia Giulia usa un linguaggio che da tempo era nel reparto disarmo della vecchia Lega. Ed è il primo ad avere il coraggio di farlo. Messo da parte per un momento l’orgoglio salviniano di essere italiano, Massimiliano Fedriga fa il pragmatico e torna a bomba su una musica che al Nord gli elettori del suo partito non sentivano da anni.

“Devo dire che con il Dl maggio, di fatto, annientano le regioni, le colpiscono uccidendole, io a questo punto chiudo la regione, io non ho più soldi per fare nulla, non solo per l’emergenza. Chiamerò qualcuno a Roma per dire che chiudo gli ospedali, non ho più soldi per la spesa ordinaria” anche “se noi siamo una regione virtuosa, versiamo a Roma più di quanto riceviamo”.

Il residuo fiscale un tempo era una bandiera, un modo per dimostrare che le risorse dell’area più produttiva servivano per essere dirottate dove ci sono meno versamenti ma più trasferimenti dello Stato.

E se Fedriga sa, come i suoi colleghi, che l’autunno sarà caldo perché dopo le canzoni dai balconi e le frecce tricolori in cielo arriverà l’onda di ritorno dei fallimenti da Covid, occorre pur da qualche parte buttarla sull’economico. E cosa c’è di più economico e macroscopico del residuo fiscale, tema abbandonato e sepolto per ragioni di conquista elettorale al Sud?

“Dal Fvg – spiega – da Roma continuano a volere il contributo straordinario, che ci chiedono dal 2011, un contributo che noi abbiamo chiesto di sospendere, perché non ce lo possono chiedere con un deficit di entrate enormi, visto che noi ci approvvigioniamo esclusivamente attraverso risorse proprie, noi non abbiamo trasferimenti da Roma”.

Roma ladrona torna sullo schermo in prima serata. Insomma, il giovane governatore spiega che se tutti chiudono non ci sono entrate, e se si parla di almeno 700 milioni di euro, come confessa all’Adnkronos, su un bilancio di 5,5 miliardi, vuol dire davvero vedere un futuro difficile da spiegare ai cittadini. Ma Roma è matrigna due volte di più: perché non solo non dà quanto incassa, ma “nel mentre continuano a chiederci il contributo da 726 milioni di contributo straordinario, questo per noi è insostenibile”.

Il residuo friulano si aggira almeno intorno ai 526 milioni di euro. Campione di trattenute è la Lombardia, con 56 miliardi. Il Veneto con circa 16 miliardi, e l’Emilia Romagna con circa 20 miliardi. Una macroregione di fatto.

Ultima ma non ultimo il secondo capitolo che la politica ad oggi non sembra avere messo ancora a fuoco.

Infrastrutture del Fvg a rischio svendita a cinesi?, chiede l’Adn. E questa è la risposta: “Tutti gli accordi fatti non riguardano le infrastrutture strategiche, i nostri porti, ricordo, sono pubblici, vengono dati in concessione e le concessioni possono essere tolte, allo stato attuale non vedo particolari problemi, ma monitoreremo”, assicura il governatore. Per ora, insomma, si è tranquilli, ma senza mettere le mani sul fuoco.

Ma che il virus che arriva dalla Cina abbia fato danni pure alla voce più rilevante in Italia lo ricorda Fedriga: “Ho parlato con il presidente del land della Carinzia, con il presidente sloveno, sono entrambi favorevoli a una riapertura, ma quello che sta facendo il governo centrale di Vienna è molto grave… E’ inaccettabile che con la scusa del Covid si crei un dumping sul turismo, perché di questo si tratta, altro che paura del contagio, visto che c’è una situazione pandemica di tipo simmetrico. Non posso riaprire i confini., Ma è l’Italia che deve muoversi a livello di comunità europea, in modo netto e serio”. Ma per farlo, in Europa occorre restarci. E Fedriga lo sa.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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