Fava: Bossi ha ragione, va tenuta alta questione settentrionale. Spazio politico è aperto

10 Agosto 2020
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“Purtroppo anche al Nord molti cittadini confidano nell’aiuto pubblico quale soluzione ai problemi che in tutto il resto del mondo vengono al contrario regolati dal mercato”. Così all’AdnKronos, Gianni Fava, ex parlamentare della Lega e sfidante di Salvini al congresso del 2017, commentando l’intervista di Umberto BOSSI alla ‘Nuova Padania’, che ha chiesto un nuovo scatto delle regioni del nord, a difesa della questione settentrionale. Per Fava, che ha chiesto di recente di poter tornare ad utilizzare il vecchio simbolo della Lega nord, di fatto mandato in soffitta dal segretario della Lega per Salvini premier, fa bene BOSSI “con la solita lucidità, a ribadire il tema della questione settentrionale”. “C’è infatti ancora bisogno – sottolinea – di quel sindacato territoriale che per decenni, anche commettendo errori e questo BOSSI lo sa, aveva rappresentato un contrappeso democratico alle voraci istanze di uno stato sempre più opprimente”. “Oggi – aggiunge Fava – manca quello, la gente ce lo chiede e Umberto col fiuto che da sempre lo caratterizza ci ricorda che quello spazio politico è ancora tutto lì. Pronto per essere nuovamente occupato da chi voglia realmente rispondere alle esigenze di quei cittadini di quella parte di Paese che tira la carretta smettendo di inseguire le esigenze di chi al contrario la sta portando a sbattere”.

 Per il leghista anti salviniano “sostenere quindi che c’è ancora bisogno di Lega nord non è un esercizio nostalgico ma al contrario prova di sano realismo”. “Salvini invece – attacca l’ex sfidante del 2017 – ha scelto di ricercare il consenso e di trovarlo in un elettorato al quale raccontare una favola per cui quota cento, il reddito di cittadinanza, Alitalia e via di questo passo rappresentano la normalità anziché l’obbrobrio che sono”.

Fava non risparmia critiche all’attuale leader della Lega: “Un popolo in larga parte ormai composto da ‘parassiti’ non poteva che accogliere con entusiasmo una proposta” assistenzialista “che rappresentasse di fatto la più veloce delle scorciatoie”. Salvini ha soffiato sul fuoco della “sistematica denuncia – senza mai proporre soluzioni di alcun tipo – del disagio sociale creato dall’immigrazione incontrollata, così si è chiuso il cerchio e confezionato un prodotto in linea con le aspettative di un elettorato che è sì cresciuto, ma ha cambiato pelle”. (red)

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