Dopo infermieri e medici, la Svizzera si porta a casa anche chef e camerieri del Nord. Meglio pagati rispetto alla ristorazione italiana

19 Agosto 2024
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Il quotidiano della Svizzera italiana portale della tv del Ticino, rilancia un servizio apparso di recente sul quotidiano di Varese, La Prealpina. Perché dopo l’esodo di infermieri e medici al di là del confine, ora è la volta, copiosa, dei camerieri. Anche chi lavora nella ristorazione è meglio pagato che non in Italia.

Il giornale della città giardino infatti titola “la Svizzera soffia chef e camerieri”. A parlare è la Federazione dei pubblici esercizi (FIPE).

La questione è ben nota. “Si tratta cioè di professioniste e professionisti che, proprio come succede nel ramo sanitario, vengono formati grazie anche alle risorse pubbliche, ma che poi varcano il confine per stipendi che possono arrivare al doppio, talvolta al triplo, rispetto a quanto spetterebbe loro nella propria regione. Intanto, ristoranti e bar di Varese e provincia pubblicano ogni giorno nuovi annunci di ricerca di dipendenti”.

La desertificazione del lavoro schiacciato dalle tasse, dall’inflazione e da un carovita che al Nord non fa arrivare a metà mese, prosegue senza sosta.

Si legge sul portale della Tv svizzera che “È un meccanismo che si ripete dai tempi dei tempi”, ci dice il presidente di GastroTicino Massimo Suter. “È diventato ormai riduttivo attribuire tutti i problemi di mancanza di personale al fatto che gli stipendi sono migliori in Ticino. Certo, lo sono – continua il ristoratore svizzero –, ma un contratto di lavoro non prevede solo un determinato stipendio”.

Ma c’è dell’altro. “… Il presidente di GastroTicino ritiene importanti per una persona che lavora nel campo della ristorazione figurano: cinque settimane di vacanza all’anno, indennità per le giornate festive lavorate, orari regolamentati di 8 ore e 42 minuti al giorno e definiti con almeno due settimane di anticipo”.

Italia, un paese da cui scappare?

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