DEMOCRAZIA, 51% e COMUNIONE

12 Febbraio 2021
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di Sergio Bianchini – Vari anni fa in una riunione parrocchiale uno disse che sentiva poca democrazia nel lavoro e il prete deciso rispose: – qui non facciamo democrazia, facciamo comunione-.

Questa frase mi è sempre rimasta impressa e oggi mi torna perfettamente per comprendere i dilemmi attuali del mondo e lo scontro oriente occidente.

L’occidente si vanta di essere il modello di democrazia valido per tutto il mondo che le potenze più ricche cercano perfino di imporre al mondo intero.

Ma nei nostri paesi, i presunti paesi modello, la democrazia è proprio così funzionante?

Ogni giorno davanti a noi si dipana lo scontro incessante tra destra e sinistra e la quasi esatta divisione a metà della società e della cultura politica di tutti i paesi occidentali. Con una violenza ed un’acredine crescente questo scontro è ormai parte della vita quotidiana ed avvelena tutte le relazioni sociali e culturali.

La vittoria col 51% alle elezioni è quindi sempre lacerante, instabile e precaria. In molti casi anche il 51% è irraggiungibile e la legalità del potere, che prevede votazioni parlamentari sempre col 51%, viene raggiunta tramite metodi elettorali non proporzionali e quindi scarsamente rappresentativi.

L’inefficacia del 51% è percepita ormai da tutti e costringe, davanti a seri problemi, seppure a malincuore, a formare grandi coalizioni basate sull’unità, rabbiosa e temporanea, degli opposti.

Il 51% richiesto nelle votazioni parlamentari è poi riferito ai presenti in una riunione legislativa valida dove cioè sia presente almeno la metà più uno dei membri. Quindi una legge è valida se votata dalla metà più uno della metà dei parlamentari che a loro volta sono votati dalla metà della popolazione. Le deduzioni sono facili e i recenti eventi americani lo mostrano anche ai ciechi. Si comprende subito che la nostra democrazia non può essere il faro del mondo e nemmeno un faro per la nostra nazione.

Forse lo è stata quando era abbinata ad un potentissimo sviluppo economico per cui sia governanti che opposizione si dividevano la grande torta dei profitti geopolitici derivanti però non dalla democrazia ma dalla supremazia mondiale economica e finanziaria dell’occidente.

Nel nuovo mondo dove l’impero dell’occidente si sta sfaldando bisogna tornare all’evidenza antica: a produrre la ricchezza è in fin dei conti IL LAVORO.

Certo un lavoro ben organizzato da governi in sintonia con il proprio popolo e non con metà o meno di esso e facendo ricorso a promesse roboanti quasi mai mantenute.

Non la democrazia rissosa e corruttrice dunque ma la comunione può essere il vero mito. Se torniamo alla frase del prete di tanti anni fa e alle nostre continue e ormai pluridecennali delusioni di democratici è chiarissimo che la sintonia governanti governati è l’aspirazione profonda, antichissima, perfino religiosa e quindi carica di speranza celeste e di malinconico realismo terreno.

L’obiettivo di una sintonia tra i governanti e la grandissima maggioranza dei governati può essere ancora il vero faro di orientamento della modernità, delle nazioni e del mondo, di visione strategica necessaria per una tranquillità sociale unita al dinamismo economico e politico.

Questa sintonia era stata cercata per 200 anni dal socialismo e intravista nella democrazia popolare che però richiedeva l’abolizione della proprietà privata dell’industria e delle banche, la cui esistenza era ritenuta la causa della lotta sociale endemica.

Per ora in occidente, culla autoproclamata della democrazia e della libertà, assistiamo ovunque ad una profonda divaricazione tra governanti e governati, tra intellettuali e popolo.

Circa 10 anni fa un’agenzia americana fece una ricerca che aveva come obiettivo verificare in tutto il mondo la soddisfazione dei popoli rispetto ai propri governi. Ebbene, i popoli indiano e cinese erano i più soddisfatti con indici di soddisfazione di 80-90%.

In Europa il popolo più soddisfatto era quello tedesco con un indice del 47%. In Italia i soddisfatti erano intorno al 30%.

Se quindi noi non perseguiamo la fedeltà a specifiche procedure di voto ma cerchiamo una effettiva rappresentanza dei vertici del potere ed una sintonia tra questi e la gran parte della popolazione comprendiamo subito come il nostro sistema non sia privo di grandi difetti e di quanto sia esteso anche da noi il territorio di incessante ricerca, sperimentazione e attivazione di nuove e più efficaci architetture costituzionali e codici legali.

Comprendiamo inoltre come l’arroganza ed il sentimento di sprezzante superiorità nei confronti degli assetti politici dei paesi poveri siano totalmente ingiustificati e fonte di incomprensioni e di tensioni inutili oltre che pericolose. E questa arroganza non può coprire a lungo la nostra incapacità di affrontare i nostri dilemmi!

Il benessere economico resterà ancora per molto tempo la meta fondamentale per tutto il mondo, mentre l’occidente, che ha già superato la soglia della precarietà economica cronica, potrà essere utile a se stesso ed al mondo intero se oltre alla sicurezza economica svilupperà l’altra sicurezza……

Si, la salute, sia fisica che mentale, cioè la gestione a livello istituzionale e di massa del benessere psicofisico che oggi è sempre più turbato proprio nei paesi ricchi, USA in primis dove ormai la sparatoria del pazzo è quasi quotidiana. Anche da noi le follie antiche e quelle moderne occupano ormai la cronaca quotidiana facendoci a volte perfino rimpiangere i poveri tempi passati.

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