Nuovi scenari e di sicuro altri sviluppi sulla storia del contagio per coronavirus. L’ultima, in ordine di tempo, rivelerebbe, o per alcuni confermerebbe, che la Cina ritardò la comunicazione dei dati sul coronavirus. Ragione che portò imbarazzo e frustrazione nei vertici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Si tratta di rivelazioni emerse da un’inchiesta dell’Associated Press, pubblicata sul suo sito. Le carte all’origine della notizia sarebbero dei report riservati in possesso dell’Onu. Altra storia insomma rispetto alle lodi pubbliche fatte dall’Oms nei confronti di Pechino.
Trump dunque avrebbe più di un motivo per accusare la Cina.
“Sebbene l’Oms abbia continuato a elogiare la Cina, registrazioni delle riunioni interne per tutto il mese di gennaio, email e interviste ottenute dall’Associated Press mostrano che i funzionari erano in realtà preoccupati che la Cina non condividesse abbastanza informazioni per valutare il rischio rappresentato dal nuovo virus, il che è costato tempo prezioso al mondo”, spiega LaPresse in un servizio. L’Organizzazione mondiale della sanità sarebbe stata in gran parte tenuta al buio, ma l’agenzia non attaccando frontalmente la Cina, sperava di ottenere più informazioni.
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