Da ex assessore Cappellini (“Di Rubba uomo fiducia di Salvini per sistemare conti”) al tentativo di vendere via Bellerio

14 Settembre 2020
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“Il nome di Di Rubba circolava come quello che doveva mettere a posto i conti della Lega, e non solo di Film Commission. Se ne parlava come uomo della svolta, per competenza e serietà. Era uomo di stretta fiducia di Salvini, faceva parte del suo entourage e gli incarichi che poi ha ricevuto all’interno del partito costituivano dimostrazione di queste voci”.

Lo ha messo a verbale, davanti ai pm di Milano, l’ex assessore lombardo alla Cultura Cristina Cappellini, parlando di Alberto Di Rubba, uno dei tre commercialisti di fiducia del Carroccio arrestati giovedi’ scorso. “L’indicazione della candidatura di Di Rubba – ha aggiunto – come persona giusta al posto giusto (alla presidenza di Lombardia Film Commission, ndr) e’ derivata da Centemero”, tesoriere e deputato della Lega.

“Di Rubba veniva dall’entourage di Salvini”, ha aggiunto l’ex assessore che e’ stata sentita a fine luglio scorso dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco nell’inchiesta milanese di cui e’ titolare anche il pm Stefano Civardi.

SOSTEGNI: MANZONI CHIESE DI DOMICILIARE SEDE PARTITO DA SCILLIERI

“Quando Scillieri parlava di retrocessione da impiegarsi per la campagna elettorale della Lega lo diceva ridendo, pero’ sull’argomento e’ tornato con me piu’ di una volta, e anch’io ho fatto qualche battuta, anche se ho sempre pensato che le retrocessioni fossero per Di Rubba e Manzoni (…) Tuttavia mi suona strano che su vicende di questo genere chi era sopra di loro non ne sapesse nulla”. Lo ha spiegato in uno degli interrogatori Luca Sostegni, il presunto prestanome nel caso Lombardia Film Commission che sta collaborando. “Fu Manzoni – ha aggiunto – a chiedere a Scillieri di domiciliare presso il suo studio la sede del partito di Salvini“. Manzoni, uno dei tre commercialisti arrestati, “mi ha confidato che era diventato una persona importante nella Lega, assieme a Di Rubba e che erano amici di Centemero e Salvini”. 

PRESUNTO PRESTANOME SOSTEGNI

Ha raccontato di un conto in Svizzera collegato alla fiduciaria milanese Fidirev su cui sono finiti i 400 mila euro, parte della compravendita ritenuta ‘gonfiata’ dell’immobile a Cormano, in provincia di Milano, da parte di Lombardia Film Commission e su cui operava di fatto Michele Scillieri, il presunto prestanome Luca Sostegni, interrogato dal gip lo scorso 18 luglio. dopo che era stato fermato nell’ambito dell’inchiesta milanese sui Fondi della Lega. Il verbale di Sostegni e’ tra gli atti dell’indagine depositati

“Allora questa Fidirev e’ una societa’ che mi e’ stata sottoposta …..cioe’ Scillieri mi ha presentato, che dovevamo fare questo conto in Svizzera della Fidirev, che e’ una fiduciaria dove questi 400 mila euro sarebbero ritornati versati in questa Fidirev, dove Scillieri aveva la mia firma per operare sul conto, e poi da li’ io non so dove sono andati a finire i soldi”. Il presunto prestanome ha spiegato al giudice che Scillieri avrebbe versato “50.000 euro a settimana” sul suo conto personale e io li giravo su questo conto della Fidirev, ma e’ tutto”.

NOVE GLI INDAGATI PER PECULATO

Sono nove in totale gli indagati per peculato nell’inchiesta sul caso Lombardia Film Commission. Oltre ai cinque ai quali e’ stata applicata la misura cautelare, tra cui i tre commercialisti di fiducia della Lega e il prestanome Luca Sostegni, figurano anche Pierino Maffeis, Elio Foiadelli e Vanessa Servalli, amministratori di societa’ riconducibili ai professionisti finiti ai domiciliari. Ed e’ indagato, come si sapeva, anche l’imprenditore Francesco Barachetti. Emerge dalla richiesta di rogatoria in Svizzera depositata negli atti dell’indagine. Nella rogatoria del 18 agosto i pm parlano anche della “societa’ di sede panamense che scherma un conto in Svizzera”, finita anch’essa al centro delle indagini. 

Maffeis e’ indagato in qualita’ di amministratore della Eco srl, societa’ che trasferi’ il denaro incassato da Andromeda srl per la vendita gonfiata del capannone di Cormano a Barachetti service, “simulando il pagamento di fatture per operazioni inesistenti”. Foiadelli risponde in qualita’ di amministratore della Sdc “che dietro emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti riceveva il denaro da Immobiliare Andromeda e lo trasferiva a Di Rubba e Manzoni”, i due contabili della Lega, “e a persone giuridiche a costoro riferibili”.

Servalli, poi, e’ indagata in qualita’ di amministratore della Taaac srl, “societa’ immobiliare veicolo domiciliata presso lo studio di Michele Scillieri”, altro commercialista arrestato. Negli atti della rogatoria i pm riportano anche la testimonianza di Roberto Tradati, responsabile della fiduciaria Fidirev attraverso la quale sarebbero transitati parte degli 800mila euro incassati dalla vendita del capannone. Il teste ha parlato della “Gleason”, societa’ panamense. “Scillieri – ha detto – e’ venuto da me per comunicarmi che aveva intenzione di riportare anche fisicamente i soldi in Italia e di chiudere il mandato fiduciario”.

E lui gli disse, pero’, che era “necessario risolvere in Svizzera la situazione della Gleason”, che era amministrata da “Dreieck, una fiduciaria svizzera che gestisce anche societa’ panamensi”. E fecero un’operazione per la quale alla fine “Dreieck gestiva Gleason per conto di Sostegni”, il presunto prestanome in carcere, “e non piu’ per conto di Scillieri”.

Su Gleason “gravava” un debito di 400mila euro. In questo modo i pm riassumono l’operazione: “Sostegni compra per un euro una societa’ di sede panamense che scherma un conto svizzero, gestito da una fiduciaria svizzera, gravato da un debito e ripiana questo debito con la provvista proveniente da Andromeda“.

REGIONE, LA DIRIGENTE DIREZIONE AUTONOMIA E CULTURA: CASPITA, UN MILIONE ALLA LFC

“Ricordo anche di aver commentato ‘caspita, danno un milione alla LFC’ (…) la fondazione ha un bilancio di 500mila euro ed era nota per la propria scarsa proattivita’ (…) gli operatori del settore audiovisivo si lamentavano tutti del fatto che in Lombardia, la regione piu’ importante d’Italia, la Film Commission faceva pochissimi bandi”. Lo ha messo a verbale, testimoniando davanti ai pm di Milano, una dirigente della direzione ‘autonomia e cultura’ della Regione. Con 800mila euro di quel milione di finanziamento regionale la Lombardia Film Commission acquisto’ l’ormai noto capannone di Cormano e i soldi di quella vendita, secondo i pm, sarebbero finiti in parte nelle tasche dei contabili della Lega arrestati e in parte in Svizzera. La teste ha spiegato che era “meravigliata” per quell’ingente finanziamento perche’ “l’ente faceva poco e gli altri enti avevano ottenuto finanziamenti comparativamente inferiori”. Il finanziamento venne deciso con una delibera della Giunta regionale, guidata all’epoca da Roberto Maroni.

VIA BELLERIO DA VENDERE

Michele Scillieri, uno dei commercialisti di fiducia della Lega arrestati nel caso Lombardia Film Commission, “si vantava delle amicizie che aveva con Di Rubba e altri esponenti locali della Lega, tanto da aver ricevuto un incarico per cercare di vendere la sede della Lega di via Bellerio”. Lo ha messo a verbale il presunto prestanome Luca Sostegni in un interrogatorio del 29 luglio. “Ricordo che c’era fretta di concludere l’operazione – ha spiegato Sostegni ai pm – perche’, trattandosi di un immobile di proprieta’ della Lega Nord, si correva il rischio del sequestro dalla Procura di Genova, in relazione alle indagini per la truffa sui rimborsi elettorali”. 

 Sostegni ha raccontato che una mattina lui e Scillieri sono “andati a fare un sopralluogo presso la sede di via Bellerio”. Di Rubba “e’ venuto a prenderci e ci ha portato dentro, si e’ parlato della volumetria e della somma che si sperava di realizzare”. L’intenzione, ha aggiunto, “era di vendere ad un ipermercato” e una parte “poteva ospitare degli appartamenti”. Poi, “quando la Procura di Genova ha disposto il sequestro non se n’e’ fatto piu’ nulla”. 

MOGLIE SCILLIERI: LUI RICATTATO PER QUESTIONI LEGA

Luca Sostegni, presunto prestanome del commercialista Michele Scillieri, finito agli arresti domiciliari la scorsa settimana nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sulla presunta vendita gonfiata di un immobile a Cormano alla Lombardia Film Commission, ricattava lo stesso Scillieri per ”delle questioni riguardanti la LEGA”. E’ quanto emerge da un’intercettazione agli atti dell’inchiesta coordinata dai pm Stefano Civardi ed Eugenio Fusco. La telefonata è del 17 novembre 2019 tra i fratelli Fabio Barbarossa, anch’egli finito agli arresti domiciliari, e Gabriella, moglie di Scillieri, da cui emerge, come scrivono i pm, che ”Sostegni avrebbe ricattato Scillieri per delle questioni riguardanti la LEGA”. Circostanza che ”non sorprende però più di tanto la moglie di Scillieri, la quale riferisce che la vicenda ha subito degli sviluppi che lei stessa aveva previsto, dimostrandosi così a conoscenza di fatti di interesse investigativo”, si legge negli atti. La donna, parlando del marito, racconta al fratello che ”Sostegni lo ricatta”. L’uomo afferma di non crederle: ”In che modo scusa…”, le chiede. ”Per delle cose della LEGA”, risponde lei. ”Sempre la donna -si legge negli atti- riferisce di aver affrontato la questione del ricatto di Sostegni due giorni prima direttamente col marito, apparso emotivamente molto provato, il quale ‘disperato’ per le minacce subite avrebbe deciso di parlarne anche con Di Rubba”.

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