CRONACHE DA MARTE – Solo a Napoli, per il boss Cutolo che resta in carcere, ne liberano 104

18 Maggio 2020
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Per un boss che resta in carcere altri 104 tra affiliati, killer, pusher e padrini lasciano le proprie celle. La cronaca partenopea non annoia e il quotidiano campano MetropolisNapoli rendiconta benissimo la situazione.

Da una parte si tira un sospiro di sollievo per la decisione sulla richiesta di scarcerazione di Raffaele Cutolo.

Il re della camorra resta nella sua cella al 41 bis a Parma. Ma… in compenso

“in tutto sono 104 soltanto quelli scarcerati tra Napoli e provincia. E in quella lista ci sono anche nomi “pesanti”. Come Vincenzo Lucio, ritenuto un killer del clan Birra di Ercolano. E’ stato condannato due volte all’ergastolo Lucio per gli omicidi di Ettore Merlino e Gaetano Finto. Ma nonostante la doppia condanna al carcere a vita ha ottenuto i domiciliari per motivi di salute”.

Ma non solo. “Ha beneficiato del “Cura Italia” anche Carmela Gionta, 71 anni, sorella di “don Valentino”, il padrino di Torre Annunziata recluso al carcere duro. Sempre a Torre Annunziata è stato scarcerato Oreste Maresca, 26 anni figlio d’arte di Luigi alias O trippone, ovvero il killer di camorra condannato all’ergastolo per il cruento omicidio del rivale dei Gallo Cavalieri Natalino Scarpa. Il figlio del killer è tornato ai domiciliari nonostante una serie di condanne per droga pari a 9 anni di carcere”.

All’elenco di aggiunge, scrive il quotidiano, “Salvatore Teano, considerato vicino ai Gionta. Ai domiciliari grazie al Covid-19 anche Francesco Di Martino, 58 anni, ritenuto elemente di spicco della cosca degli Afeltra – Di Martino attiva nei comuni dei monti Lattari. Mentre a Castellaminare di Stabia sono stati scarcerati, negli ultimi giorni, tre imprenditori invischiati in diverse inchieste sulla criminalità organizzata. Tra questi anche Alfonso Cesarano, il re dei funerali, ritenuto vicino al clan D’Alessandro. In queste settimane, invece, un boss vesuviano ha lasciato il 41-bis ed e tornato libero. Si tratta di Mario Ascione, figlio del super boss di Ercolano Raffaele O luongo. Ascione è tornato un uomo libero, dopo 12 anni di carcere e una condanna per associazione mafiosa già scontata, in seguito a un’assoluzione per omicidio. Il rampollo della dinastia criminale con interessi anche a Torre del Greco è comunque a processo ed è stata condannato, in primo grado, per l’omicidio di Giorgio Scarrone, uno dei delitti collegati alla terrificante guerra di camorra andata in scena nel decennio 2000-2010”.

In un paese normale, un governo sarebbe andato a casa. Ci sono stati ministri della Giustizia che si sono dovuti dimettere per molto meno. e poi, dopo anni, sono usciti indenni da accuse e processi. Il caso di Clemente Mastella è da letteratura.

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