Cremona, personale Ats impegnato a recuperare ticket non versati. Se però in Italia la sanità pagasse sempre puntuale i fornitori…

12 Novembre 2020
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Il quotidiano CremonaOggi racconta la città al tempo del Covid. Leggiamo che nonostante la pandemia incomba, la riscossione delle morosità legate a ticket non pagati non si ferma.

“L’ATS della Val Padana – si legge – in continuità con gli accertamenti riferiti alla verifica del diritto all’esenzione dal pagamento del ticket per motivi di reddito i cui verbali, relativi agli anni 2011/2015, sono già stati notificati, deve ora procedere a notificare i verbali di accertamento per il recupero dei ticket relativi a posizioni delineatesi nel 2016 e proseguite nel 2017 e/o 2018”. Lo chiedono disposizioni ministeriali e regionali.

Ma è tutto a fin di bene, sia chiaro. Ed è tutto rigorosamente legittimo. “La spedizione dei verbali sarà massiva proprio per consentire a tutti gli interessati di beneficiare dell’esonero dall’obbligo del pagamento della sanzione, esonero previsto da specifica Legge Regionale purché i verbali stessi vengano notificati entro il 31/12/2020 ed il pagamento dell’importo del solo ticket non versato avvenga entro il 30 giugno 2021″.

Come dire, noi vi ricordiamo che c’è qualcosa forse in sospeso, ma se non dovete pagare questa è l’occasione per dimostrarlo. Basta che Ats invii tutto entro la fine dell’anno. Poi ci sarà tempo sei mesi per pagare, se dovete pagare.

Covid o non Covid, il tempo dei ticket non scade mai. Certo anche lo Stato a volte è “cattivo pagatore”. Giusto l’altro giorno è stato pubblicato l’ultimo rapporto sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione. La sanità è il comparto messo peggio. Si leggeva sui media (Avvenire del 7 novembre scorso, ad esempio): “Si nota un miglioramento (si fa per dire, ndr) , invece, nella Sanità con un calo progressivo dei ritardi gravi che, dal 41,6% del 2018, sono passati al 25,5% di fine settembre. Ma sono aumentati i ritardi fino a 30 giorni: si tratta di un’escalation, infatti erano il 57,9% nel 2018, saliti al 62,2% nel 2019 e a settembre hanno raggiunto il 74%. Nella sanità – denuncia l’analisi – sono quasi inesistenti i pagamenti puntuali, che oscillano dallo 0,5% del 2018 all’1% dell’anno scorso, per tornare allo 0,5% nell’ultimo trimestre del 2020″.

Che si fa, sollecitiamo? L’attività di Ats Valpadana non è vessatoria, per carità, ma tutti gli altri cittadini vorrebbero che la sanità più grande, quella che a ricaduta ci garantisce mezzi e strumenti, acquisiti proprio magari da privati, faccia la sua parte. O no? A maggior ragione, in tempo di Covid, con tutte le imprese in lockdown, incassare non fa male a nessuno. Vero?

Foto Betty Poli

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