In una recente intervista al quotidiano della Cei, Avvenire, il professor Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, ha affermato che
“il virus è presente in Italia e in altri Paesi che hanno rapporti continui con l’Italia e può darci dei seri problemi, tuttavia non ritengo che si possa arrivare a una situazione simile a quella che abbiamo vissuto tra febbraio e aprile”. Ma il virologo fa un distinguo sui nuovi contagi. I profughi in arrivo con gli sbarchi, dichiara, “tra le persone in arrivo sono le più controllate. Alcuni sfuggono ma non sfuggono solo loro: sfuggono ai controlli – e persino alla quarantena – molte persone che arrivano da Paesi Schengen dove l’infezione è ben presente. Occorrerebbe controllare meglio i viaggiatori intercontinentali che arrivano dalle zone in cui l’epidemia ancora imperversa”.
Il punto debole secondo Galli è e resta “la medicina territoriale. Si è disinvestito per anni. Invece, è la medicina territoriale che garantisce la capacità vaccinale e che fa prevenzione. E poi la medicina scolastica. Smantellata. Le pare che sia stato tanto intelligente cancellare questo servizio?”.
Sulla scuola una bordata alle scelte del governo: “Mantenere il distanziamento tra i ragazzi è una missione impossibile e l’idea di riempire le aule di banchi inutili è uno spreco. Servono dei protocolli sanitari: misurazione della febbre e test rapidi ripetuti nel tempo, resi possibili dall’evoluzione che avranno nei prossimi mesi il test salivare e quello sul secreto nasale che danno una risposta in pochi minuti e mi auguro possano consentire la rapida identificazione dei soggetti infetti. Riportiamo i medici nelle scuole”.